Pasta, più export per Di Martino: 5 mln da Sace e Deutsche Bank

Pasta, più export per Di Martino: 5 mln da Sace e Deutsche Bank
di Sergio Governale
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 18:28
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Un finanziamento di 5 milioni di euro da Sace (gruppo Cdp) e Deutsche Bank allo storico Pastificio Di Martino per aumentare la sua quota di export. Il prestito, che mira a sostenere i costi per l’acquisto della partecipazione di controllo di Grandi Pastai Italiani, consentirà all'azienda napoletana di potenziare la produzione e aumentare la quota di esportazioni del proprio fatturato, ampliando la commercializzazione dei prodotti verso nuovi segmenti di mercato. La società partenopea, che fa capo a Giuseppe Di Martino, ha sottoscritto l'anno scorso un aumento di capitale sociale di 7 milioni di euro, acquisendo una partecipazione di controllo pari al 66,67% in Grandi Pastai Italiani, che le ha permesso di inserirsi, grazie a un fatturato annuo di 150 milioni di euro, tra i primi player nazionali nel campo della produzione della pasta. Con quest'operazione – conclusa a Reggio Emilia con Tavola Emiliana, partecipata da Par.Co Spa – si è così arricchita l'offerta dello storico produttore gragnanese di pasta secca che circa quattro anni fa aveva acquisito anche il Pastificio Antonio Amato. Ai siti produttivi di pasta secca di Gragnano, Pastorano e Salerno, quindi, si aggiungono ora gli stabilimenti di Correggio e San Martino in Rio (Reggio Emilia) – 20mila metri quadrati dedicati alla produzione di gnocchi tradizionali, chicche, gnocchi ripieni e gnocchi surgelati – e quelli di Sesto e Uniti (Cremona), 30mila metri quadrati in cui le lavorazioni avvengono su linee dedicate alle paste fresche ripiene e alle paste ripiene surgelate. "Da Gragnano, città della pasta, all’Italia, patria della pasta fresca: affrontiamo questa nuova sfida con la passione di sempre – dichiara Di Martino, amministratore delegato del Pastificio –. Una tradizione che continua, di pastaio in pastaio, e che porterà la nostra azienda a un fatturato di 250 milioni di euro in tre anni, diffondendo una delle più famose tradizioni gastronomiche del Belpaese anche all’estero. Abbiamo portato a sette il numero degli stabilimenti produttivi del gruppo, dislocati in tre regioni: Campania, Emilia-Romagna e Lombardia. Così non solo possiamo aumentare la nostra capacità produttiva – osserva – ma anche differenziare l’offerta".
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