Partite Iva, arriva la mini flat tax
per i ricavi fino a centomila euro

Partite Iva, arriva la mini flat tax per i ricavi fino a centomila euro
di Michele Di Branco
Venerdì 17 Agosto 2018, 10:00 - Ultimo agg. 16:12
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La maggioranza accelera sulla riforma fiscale destinata, a medio-lungo termine, a ridurre le tasse su tutti i lavoratori dipendenti. Ma per ragioni di bilancio, in questa fase, si è scelto di partire dalle persone fisiche che svolgono attività d'impresa, arti o professioni. Una proposta di legge depositata alla Camera dalla Lega e sottoscritta dal M5s prevede l'estensione del regime forfetario per queste categorie, fino a 100 mila euro di «ricavi o compensi» l'anno. Verrà applicata un'aliquota unica al 15% e, per le start up fino a cinque anni dalla fondazione, del 5%. La strategia della coalizione giallo-verde prevede una estensione ulteriore a 5 anni per gli under 35 e gli over 55. La copertura prevista è di 3,5 miliardi a partire dal 2019. Al contempo, verranno cancellati tutti gli obblighi di contabilità, studi di settore e spesometro lasciando come unico adempimento la dichiarazione dei redditi. Attualmente, sono circa 950 mila i contribuenti a partita Iva che applicano il regime forfettario. La misura a cui il governo sta pensando, porterebbe i beneficiari ad almeno 1,5 milioni. Occorre ricordare che attualmente il regime forfettario al 15% prevede una distinzione per comparti: 30 mila euro di tetto per i professionisti e 50 mila euro per gli altri. La Flat tax, insieme alla riforma della legge Fornero e al Reddito di cittadinanza, costituisce un pilastro delle scelte economiche del governo Conte. Ma è già piuttosto lunga la lista di misure che ministeri e forze di maggioranza presenteranno a settembre in vista della legge di Bilancio. E che dovranno superare l'ostacolo delle coperture per trovare un posto al sole.
 
Tra le richieste già emerse quella più costosa è senza dubbio quella per i risparmiatori. L'intenzione minima, su cui sono al lavoro al Tesoro e che ancora deve passare il vaglio del ministro Giovanni Tria, è quella di triplicare il fondo istituito con l'ultima legge di Bilancio che ancora non è operativo, aggiungendo almeno altri 300 milioni di euro, spalmati in 4 anni). Tra le promesse impegnative per le casse dello Stato anche quella annunciata dal vicepremier Luigi Di Maio di coprire tutti i costi degli asili nido. Le famiglie, stando alle ultime elaborazioni disponibili, pagano in media una retta di circa 300 euro e per coprire la misura servirebbero diverse centinaia di milioni. Per le famiglie ci sono poi alcune richieste avanzate dal ministro Lorenzo Fontana già alla presentazione delle linee guida del suo dicastero. Tra queste la volontà di rafforzare il congedo obbligatorio e retribuito per i papà, al momento 4 giorni più uno di congedo facoltativo. Se il quoziente familiare andrà legato alla piena attuazione della flat tax, nel frattempo potrebbero essere mantenuti alcuni bonus, come quelli per nido e babysitter, o quello per l'acquisto di mobili per le giovani coppie. Qualche altra novità potrebbe arrivare sul fronte fiscale, a partire dalla stabilizzazione della compensazione tra debiti e crediti della Pa che nel corso del decreto dignità è stata confermata intanto per quest'anno con la promessa del governo di lavorare a una misura strutturale con la legge di Bilancio.

Resta alta l'attesa dei proprietari di immobili per la promessa, avanzata nei primi giorni del governo gialloverde, di introdurre la cedolare secca sugli affitti commerciali, analoga a quella per gli affitti abitativi e anche, magari non subito, di risolvere la questione dell'Imu sui negozi sfitti.

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