Oxfam, l’82% dell’incremento di ricchezza è finito nelle casseforti dell’1% più abbiente

Fabbrica in Vietnam (foto Oxfam)
Fabbrica in Vietnam (foto Oxfam)
Lunedì 22 Gennaio 2018, 11:30 - Ultimo agg. 20:02
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Si allarga la forbice tra i più ricchi e i poveri del mondo. L'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato all'1% più ricco della popolazione globale, mentre a 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del mondo non è arrivato un solo centesimo. A rilevarlo è il nuovo rapporto choc di Oxfam «Ricompensare il lavoro, non la ricchezza», diffuso oggi alla vigilia del meeting annuale del Forum economico mondiale di Davos.

Le richieste di Oxfam ai leader politici italiani per agire contro la disuguaglianza

Il dossier rivela come «il sistema economico attuale consenta solo a una ristretta élite di accumulare enormi fortune, mentre centinaia di milioni di persone lottano per la sopravvivenza con salari da fame». Da marzo 2016 a marzo 2017, segnala il dossier, il numero di miliardari è aumentato al ritmo impressionante di 1 ogni 2 giorni. Su scala globale, tra il 2006 e il 2015 la ricchezza a nove zeri è cresciuta del 13% all'anno, 6 volte più velocemente dell'incremento annuo salariale, di appena il 2%, che ha riguardato i comuni lavoratori. Il Rapporto segnala che i due terzi della ricchezza dei paperoni di tutto il mondo non deriva dal loro lavoro ma è ereditato o arriva da rendite monopolistiche, cioè sono il risultato di rapporti clientelari.

E la disuguaglianza desta seria preoccupazione anche in Italia. A metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale. La quota di ricchezza dell'1% più ricco degli italiani superava di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione. Nel periodo 2006-2016 la quota di reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuita del 28%, mentre oltre il 40% dell'incremento di reddito complessivo registrato nello stesso periodo è fluito verso il 20% dei percettori di reddito più elevato. Nel 2016 l'Italia occupava la ventesima posizione su 28 paesi Ue per la disuguaglianza di reddito  disponibile.

Il Rapporto choc di Oxfam evidenzia che, a livello globale, con un terzo del volume dei dividendi versati nel 2016 agli azionisti dei 5 principali marchi mondiali dell'abbigliamento - 2,2 miliardi di dollari l'anno - sarebbe possibile garantire a 2,5 milioni di vietnamiti, impiegati nel settore dell'abbigliamento, un salario dignitoso. Il Rapporto analizza le cause per cui, nell'attuale sistema economico, «il costante incremento dei profitti di azionisti e top manager corrisponde a un peggioramento altrettanto costante dei salari e delle condizioni dei lavoratori».

Secondo gli analisti della confederazione internazionale di organizzazioni non profit, tra le ragioni principali di questa
situazione ci sono «la forsennata corsa alla riduzione del costo del lavoro che porta all'erosione delle retribuzioni» e «la colpevole negligenza verso i diritti dei lavoratori e la drastica limitazione del loro potere di contrattazione nel mercato globale». Tra le cause anche i «processi di esternalizzazione lungo le filiere globali di produzione; la massimizzazione ad ogni costo degli utili d'impresa a vantaggio di emolumenti e incentivi concessi ai top-manager; la forte influenza esercitata da portatori di interessi privati, capace di condizionare le politiche».

«Un nuovo miliardario ogni 2 giorni non è sintomo di un'economia fiorente, se a pagarne il prezzo sono le fasce più povere e vulnerabili dell'umanità» scandisce Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia. «L'attuale sistema economico - osserva Iachino - crea miseri e disuguali, offrendo lavori rischiosi, sotto-retribuiti e precari e abusando sistematicamente dei diritti di chi lavora. Basti pensare che oggi il 94% degli occupati nei processi produttivi delle maggiori 50 compagnie del mondo è costituito da persone invisibili impiegate in lavori ad alta vulnerabilità senza adeguata protezione».

«Le persone che confezionano i nostri abiti, assemblano i nostri cellulari, coltivano il cibo che mangiamo vengono sfruttate per assicurare la produzione costante di un gran volume di merci a poco prezzo e aumentare i profitti delle corporation e degli investitori» avverte il presidente di Oxfam Italia. «Fino a quando per il sistema economico globale la remunerazione della ricchezza di pochi rimarrà un obiettivo predominante rispetto alla garanzia di un lavoro dignitoso per tutti, non sarà possibile arrestare la crescita di questa estrema e ingiusta disuguaglianza» è il j'accuse di Iachino.

 
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