Statali, aumenti medi da 160 euro: ecco i nuovi stipendi in arrivo con il rinnovo del contratto

Il rapporto semestrale dell'Aran sulle retribuzioni: disponibili risorse per 10 miliardi

Statali, aumenti medi da 160 euro: ecco i nuovi stipendi in arrivo il rinnovo del contratto
Statali, aumenti medi da 160 euro: ecco i nuovi stipendi in arrivo il rinnovo del contratto
di Francesco Bisozzi
Giovedì 22 Febbraio 2024, 21:43 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 15:20
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In arrivo aumenti record per gli statali. La tornata contrattuale per i rinnovi 2022-2024 è ai blocchi di partenza e secondo il Rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, che sono in tutto più di tre milioni, gli stipendi pubblici cresceranno del 6,2% in media grazie alle risorse stanziate dal governo con l’ultima legge di Bilancio. Più nel dettaglio, i nuovi contratti porteranno in dote ai dipendenti dello Stato aumenti pari in media a 160 euro al mese a regime. Per il triennio 2016-2018 gli incrementi sono stati del 3,5% e del 4% per il 2019-2021. Circa un terzo delle risorse in manovra sono destinate proprio al pubblico impiego e ai rinnovi dei contratti degli statali. I lavori per la nuova tornata contrattuale, formalmente avviata con la trasmissione della “direttiva madre” all’Aran da parte del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e la firma dell’accordo sulla definizione dei comparti e delle aree, sono in orario. 

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LA CONTINUITÀ
«Dare continuità alla contrattazione – ha sottolineato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo – è un fondamentale segnale di riconoscimento per i tre milioni di dipendenti pubblici impegnati a fornire servizi ai cittadini e alle imprese.

Le risorse stanziate per i rinnovi, 10 miliardi di euro, non solo riconoscono il valore cruciale del lavoro svolto dal pubblico impiego, ma rappresentano anche un segno di fiducia e l’investimento fondamentale dello Stato nel futuro della Pubblica amministrazione». 

Ma il rapporto dell’Aran sulle retribuzioni degli statali sottolinea anche l’effetto del decreto Anticipi, che si è tradotto in un aumento congiunturale del 16,6% delle retribuzioni nel pubblico impiego a dicembre dell’anno scorso, per effetto dell’anticipo di dodici mensilità dell’indennità di vacanza contrattuale (incrementata di 6,7 volte) al personale assunto a tempo indeterminato delle amministrazioni dello Stato. Più nel dettaglio, le retribuzioni del personale non dirigente della Pa hanno registrato a dicembre un aumento del 19,7% grazie all’anticipo dell’indennità di vacanza, specifica il rapporto dell’Aran. Per la dirigenza contrattualizzata Aran l’aumento congiunturale di dicembre è stato molto più contenuto, +1,7%, semplicemente perché è costituita in larga parte dalla dirigenza medica, che opera presso amministrazioni non statali, dove l’anticipo dell’indennità a dicembre non era dovuto. Il rapporto dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni guarda anche alla crescita delle retribuzioni contrattuali per l’intera economia nel medio e nel lungo periodo. In dieci anni, tra il 2013 e il 2023, i salari sono aumentati del +13,4%, grazie al +14,3% del settore privato (+16,8% per l’industria), al +11,4% registrato nell’ambito dei servizi privati e al +11,6% per il complesso della pubblica amministrazione. Sempre sul fronte delle retribuzioni degli statali, e degli aumenti in arrivo con i nuovi contratti per il triennio 2022-2024, va detto che nella direttiva madre per il rinnovo dei contratti, per i quali sono disponibili quasi 10 miliardi di euro come detto, è scritto che una parte cospicua dei fondi dovrà essere destinata al salario di produttività. Al Messaggero il titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, nelle scorse settimane ha spiegato che «la grande sfida dei prossimi mesi è quella di introdurre in maniera significativa il valore del merito nella Pubblica amministrazione». Come? «Continuare con la logica degli aumenti a pioggia – ha affermato il ministro Zangrillo – è impensabile, perciò abbiamo emanato una direttiva sulla performance per introdurre un concetto di premio del merito». 
 

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