Manovra, Treu: «Riforma fiscale solo all'inizio Giovani, pensioni di garanzia»

Manovra, Treu: «Riforma fiscale solo all'inizio Giovani, pensioni di garanzia»
di Nando Santonastaso
Sabato 18 Dicembre 2021, 09:34
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Presidente Treu, lei pensa che dopo lo sciopero di Cgil e Uil le scelte del governo sulla riforma fiscale torneranno in discussione?
«Ma questa è solo la prima rata della riforma e non capisco perché la gente non lo dice risponde Tiziano Treu, presidente del Cnel e già ministro del Lavoro -. Prenda anche questo sciopero, francamente non so quali altri eventuali secondi fini ci siano Ripeto, questa è la prima tranche: c'è una delega, ci saranno soldi anche per l'anno prossimo. Ma il disegno, da quello che è previsto nell'emendamentone del governo, è il riequilibrio della tassazione da lavoro dipendente. Che adesso è compatibile con quanto si dice a proposito della fascia intermedia: il salto dell'aliquota per quella fascia di reddito era particolarmente alto e penalizzante, inutile negarlo. Adesso, lo scalone intermedio si è accorciato, la progressività è più equilibrata e sono state assicurate misure compensative, come la conferma del bonus 100 euro e la riduzione contributiva dello 0,8%, per i redditi più bassi».

Prima tappa in attesa di cosa, professore?
«Di affrontare ad esempio tutta la materia delle tax expenditures che sono un pezzo importante della riforma fiscale.

Il Cnel in proposito ha fatto un lavoro enorme con Vieri Ceriani (già sottosegretario all'Economia, ndr) per cercare di capire dove e come intervenire. Ma qui le resistenze restano feroci, gli agricoli non pagano un euro di tasse e toccarli è sempre difficilissimo. Ma, ripeto, il primo passo della riforma è stato compiuto e spero che dopo lo sciopero il clima sia più sereno e si possa affrontare l'altro grande tema, quello delle pensioni che però non è al momento all'ordine del giorno».

Tema che lei più volte in questi ultimi tempi ha affrontato con particolare attenzione alle prospettive dei giovani: perché?
«Su questo punto i sindacati avevano ragione. Avevano chiesto che si facesse subito la norma sulle pensioni di garanzia per i giovani su cui esistono svariate proposte. Ce n'è anche una del sottoscritto e di Pierpaolo Baretta presentata durante la mia ultima legislatura, sette anni fa. Farla subito sarebbe un buon segnale perché è ormai chiaro che i giovani, con i lavori spesso precari che fanno, i tempi più lunghi di approdo al mercato del lavoro e il rischio di arrivare troppo tardi alla pensione, hanno bisogno di uno zoccolo di garanzia previdenziale. La proposta si può aggiustare ma c'è già molto consenso intorno ad essa e i sindacati giustamente la sollecitano perché, dicono, bisogna pensare in questo momento anche ai giovani».

Inutile anche negare che la precarizzazione del lavoro, specie al Sud, come ha dimostrato il Rapporto Svimez, produce bassa occupazione e blocca la crescita dei salari.
«Sicuramente non si può intervenire in questo campo riproponendo lo schema degli ammortizzatori sociali. Basta. Il problema vero è che l'economia del Mezzogiorno resta fragile e di conseguenza il lavoro non può che essere più precario. Non ci sono soluzioni immediate, l'unica strada percorribile è rafforzare il tessuto produttivo perché la ripresa non sia precaria essa stessa: un'azienda che ha una prospettiva di mercato a 15 giorni non assumerà mai un dipendente a tempo indeterminato. Ma c'è anche un tema di formazione dei giovani e il Sud, in base ai risultati dell'Invalsi, deve sicuramente recuperare terreno».

Il Pnrr è la direzione giusta ancorché obbligata? Non si parla forse troppo soprattutto di infrastrutture?
Ma no perché sono partiti anche i Piani per gli asili nido, i percorsi per le assunzioni nella Pubblica amministrazione per dare, ad esempio, ai Comuni i tecnici necessari per rispondere ai bandi e progettare le opere. Io vedo, anche dal tavolo di partenariato al quale partecipiamo, che si è messo in moto un grande lavoro, sicuramene faticoso ma indispensabile. Dopo tanti anni di trascuratezza si è tornati ad investire sulla Pubblica amministrazione e il segnale è sicuramente positivo.

Il Pnrr sembra però passato in secondo piano rispetto alle fibrillazioni politiche per l'elezione del Capo dello Stato: teme ritardi?
Si è indubbiamente creato un incrocio nel quale il Presidente Mattarella non è disponibile ad un reincarico, che sarebbe la soluzione più facile; ci sono le domande su cosa farà Draghi e così via. Di sicuro non possiamo permetterci ritardi. Intanto chiudiamo l'anno con gli adempimenti collegati alla legge di Bilancio e poi facciamoci gli auguri per gennaio.

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