Redditometro, cosa cambia: dalle verifiche mirate al contraddittorio, tutte le novità

Doppia fase di interlocuzione con il Fisco sulle spese. Sotto la lente della Riscossione solo i redditi dal 2018

Redditometro, cosa cambia: dalle verifiche mirate al contraddittorio, tutte le novità
di Michele Di Branco
Martedì 21 Maggio 2024, 23:51 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:56
6 Minuti di Lettura

La formula chiave del nuovo Redditometro, che sostituisce quello accantonato ormai da 6 anni, è "Doppio contraddittorio obbligatorio". Dai medicinali alle visite specialistiche, dalle bollette passando per le spese del mutuo o alle spese per il telefono fino, addirittura, alle spese per piante e fiori o per mantenere un cavallo c'è di tutto tra le voci che l'amministrazione potrà utilizzare per verificare il reddito presunto dei contribuenti. Ma attenzione: prima di saltare alle conclusioni bollando un tizio come evasore fiscale adesso c'è, appunto, una tutela che prima non esisteva.

COSA PREVEDEVA IL VECCHIO REDDITOMETRO?

Con il vecchio Redditometro il fisco puntava dritto sul bersaglio e, dopo aver constatato che esisteva uno scarto (almeno del 25 per cento) tra quanto dichiarato e quanto realmente guadagnano, l'Agenzia delle entrate non perdeva tempo e procedeva con la contestazione formale. Vale a dire l'invio dell'avviso di accertamento con l'indicazione precisa della somma da pagare all'erario.

COSA CAMBIA CON LA NUOVA VERSIONE DEL REDDITOMETRO?

Con la nuova versione del Redditometro il governo fissa molti paletti e un rafforzamento del contradditorio, come ha sottolineato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

I contribuenti, infatti, potranno difendersi in via preliminare. Prima della partenza della procedura di accertamento formale, quindi, avranno diritto ad un contraddittorio preliminare per far valere le proprie ragioni. In buona sostanza viene introdotta una fase interlocutoria pre-procedurale che si pone l'obiettivo di evitare il giudizio.

CI SONO LIMITI TEMPORALI RISPETTO ALL'AZIONE DEL FISCO?

Sì, un'altra novità di rilievo rispetto al vecchio regime riguarda le annualità oggetto di indagine da parte del Redditometro. Se fino ad oggi non c'era praticamente limite temporale retroattivo, con la riforma l'analisi partirà dai redditi 2018 (le annualità precedenti cadono in prescrizione) e si terrà conto degli elementi già presenti nell'anagrafe tributaria. Oppure di un livello minimo di spesa.

I CONTRIBUENTI HANNO NUOVE ARMI A DISPOSIZIONE?

Certamente. Sempre in tema di differenze con il passato, nel quale gli strumenti a disposizione del contribuente erano piuttosto ridotti anche perché, tra l'altro, si poteva, ma solo in poche circostanze (e molto circoscritte) giustificare spese anomale mostrando l'esistenza di risparmi accumulati, in futuro le armi difensive saranno potenziate. In estrema sintesi andrà così: l'amministrazione legge i dati sensibili del contribuente e presume un reddito tot. Chiede spiegazioni. Il contribuente avranno facoltà di difendersi e di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta. Si potrà anche eccepire, elemento finora difficile, che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che la quota del risparmio utilizzata per consumi ed investimenti si è formata nel corso di anni precedenti.

LE SPESE FAMILIARI VENGONO CONTEGGIATE NEL NUOVO REDDITOMETRO?

Si imputano al contribuente anche le spese che risultano sostenute dai familiari fiscalmente a carico. Non si considerano invece i costi relativi «esclusivamente ed effettivamente» all’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, a condizione che ciò risulti debitamente comprovato.

CON QUALI MECCANISMI IL CONTRIBUENTE POTRÀ FAR VALERE LE PROPRIE RAGIONI?

Sin dal primo incontro (quello preliminare che viene introdotto con il nuovo Redditometro) il contribuente potrà fornire chiarimenti sugli elementi di spesa o sulla provenienza dei denari spesi. Il contribuente potrà così dimostrare che i denari che hanno generato le spese provengono da redditi conseguiti in precedenti esercizi di imposta; redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte oppure redditi entrati nella sua disponibilità per elargizioni di terzi, successione, donazione e quindi legalmente esclusi dalla base imponibile.

QUALI SPESE VARRANNO COME PROVA?

Le spese oggetto di contraddittorio saranno le “spese certe”, per le quali il contribuente può dimostrare con prove certe e dirette basate su idonea documentazione l’errata imputazione della spesa o l’inesattezza delle informazioni in possesso dell’Amministrazione. Ad esempio, in caso di manutenzione di una barca, il contribuente può dimostrare che la spesa per l’ormeggio è ridotta perché “vecchio socio di un club nautico”, che la barca è a vela e quindi va con il vento e non consuma carburante.

IL CONTRIBUENTE PUÒ DIMOSTRARE CHE I DATI NON SONO VERITIERI?

Insomma il contribuente può dimostrare che i dati contenuti nell’invito non sono veritieri, dando evidenza di fatti, situazioni e circostanze, supportandole possibilmente con documenti ed elementi su cui si fondano le sue ragioni.

COME SI CONTEGGIANO GLI INVESTIMENTI DEI CONTRIBUENTI?

Il contribuente, conti alla mano, con il nuovo Redditometro potrà dimostrare che si tratta di redditi di anni passati che sono stati smobilizzati appositamente e che provengono da risparmi accumulati in anni precedenti.

COME SI COMPORTERÀ IL FISCO DOPO IL PRIMO CONTRADDITTORIO?

L’Amministrazione, se ritiene i chiarimenti forniti esaustivi, potrà abbandonare l’attività di controllo e il contraddittorio potrà esaurire il nascente accertamento. Se invece le prove certe non basteranno a smontare l’accertamento si passerà all’analisi degli elementi statistici che potranno essere contestati con ragionamenti logici che diano una diversa rappresentazione dei fatti. Per ogni incontro verrà redatto un verbale completo e al termine l’ufficio avrà l’obbligo di attivare l’accertamento con adesione. Il contribuente riceverà un nuovo invito al contraddittorio con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito.

PERCHÉ SI È ARRIVATI A QUESTA NUOVA FORMULA DI REDDITOMETRO?

Occorre ricordare che il decreto Dignità (governo Conte I a trazione 5 Stelle-Lega) del 2018 aveva congelato e rimandato a un decreto successivo la definizione del “contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva”, senza smontare in toto l’accertamento sintetico ovvero quell’accertamento attraverso il quale l'amministrazione finanziaria determina il reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso di un periodo d’imposta. Un elemento, questo, che di fatto poneva il contribuente in condizione di debolezza rispetto alle contestazioni dell'amministrazione tributaria. Uno squilibrio che, in una fase cruciale in cui sta per debuttare il Concordato biennale preventivo come strumento di pacificazione tra fisco e contribuenti, il governo ha voluto correggere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA