C’è chi fa, banalmente, un acquisto on line con i dati rubati di una carta di credito. Ma c’è persino chi, con le informazioni sottratte ad un ignaro cittadino, accende un mutuo spacciandosi per quest’ultimo. Le frodi creditizie realizzate tramite furto d’identità, con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari per ottenere credito o acquisire beni stanno dilagando. In Italia nel 2022, ci sono stati ben 34 mila e 300 casi. Da un anno all’altro sono aumentate di quasi il 20 per cento e il loro valore economico è salito del 6,3 per cento, stando agli ultimi dati registrati dall’Osservatorio Crif-MisterCredit. Complessivamente, il danno ha raggiunto 132 milioni di euro, in aumento rispetto al 2021, anche se al numero maggiore di casi corrisponde una contemporanea diminuzione dell’importo medio frodato, che si attesta a 3.850 euro (-11,3% rispetto all’anno precedente). I criminali informatici, attraverso attacchi cyber (specialmente ransomware e phishing) o tecniche di social engineering sottraggono informazioni sensibili agli utenti, come password, numeri di telefono, codici fiscali, numeri di carte di identità o carte di credito che vengono poi riutilizzate immedesimandosi nelle vittime dei furti. Attraverso l’utilizzo di queste informazioni, infatti, gli autori del crimine possono, per esempio, effettuare acquisti online, avere accesso a informazioni sanitarie o finanziarie, accendere mutui, richiedere finanziamenti, intraprendere azioni legali a nome delle vittime, compiendo molto spesso reati.
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I NUMERI
Le statistiche dicono che organizzazioni criminali continuano a spostare il proprio interesse soprattutto sugli importi più bassi.