Al danno di minori introiti dall’Imu (circa 150 milioni di euro soltanto nel 2023) si rischia di aggiungere anche la beffa dei risarcimenti. Che secondo le parti sociali, Cgil in primis, potrebbero ammontare anche a mezzo miliardo di euro. Nuova tegola per il Campidoglio dopo la sentenza della Corte dei Conti che nell’ottobre scorso ha rimodulato sia il concetto di prima e seconda casa sia, di conseguenza, l’entità del tributo sugli immobili. Imposta che è una delle principali fonti di entrate dei Comuni. A Roma Capitale spiegano che «il rischio di ricorsi da parte dei cittadini c’è», ma non confermano la stima che invece ha fatto la Cgil, preferendo aspettare il versamento delle prossime scadenze per avere un quadro più chiaro della situazione. Detto questo, va avanti la trattativa con il governo insieme all’Anci per trovare una soluzione: se è complicata la strada normativa, una legge, per superare la sentenza, molto più probabile è ipotizzare uno stanziamento straordinario per salvare i bilanci delle amministrazioni, che con i soldi dell’Imu sistemano la viabilità o garantiscono servizi essenziali come la raccolta dei rifiuti o i trasporti.
Roma, calano le entrate. Tagli per 245 milioni: parte l'appello al governo
Con la sentenza 2009 del 2022 la Consulta rimodula, per il pagamento dell’Imu, il concetto di dimora abituale per un singolo nucleo familiare.
NUOVI FONDI
Adesso c’è da capire in quanti presenteranno ricorso. Ma buone notizie per il Campidoglio arrivano dal Milleproroghe in discussione al Senato, dove è stato approvato un emendamento dei senatori Andrea De Priamo (FdI) e Beatrice Lorenzin (Pd) per prorogare da 48 a 60 mesi il pagamento dei debiti pregressi di Roma Capitale. Riguardo ai tempi già previsti dal commissariamento, si estende, «il termine per presentare istanze di liquidazione dei crediti contratti a qualsiasi in data antecedente al 28 aprile del 2008». Questo consente al Campidoglio di risparmiare e di rimandare le vecchie pendenze a condizioni migliori. Rinviato al collegato al decreto Pnrr invece l’emendamento, sempre presentato da De Priamo, per utilizzare sulla spesa corrente 120 milioni di euro di fondi per gli investimenti.