Quanto è accaduto negli ultimi anni - Covid, guerra, crisi energetica - ha ridisegnato gli assetti geopolitici e ridato centralità ai traffici nel Mediterraneo: per questo motivo servono investimenti infrastrutturali che mettano le imprese italiane, ed in particolare del Mezzogiorno, in condizione di poter sfruttare al meglio questa opportunità. Ne sono convinti gli industriali campani che, a margine della presentazione del decimo Rapporto annuale sull’economia marittima realizzato da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno e presentato oggi alla Stazione marittima, hanno indicato nei fondi del Piano di ripresa e resilienza un’occasione da non perdere. «Le criticità infrastrutturali esistenti vanno avviate a soluzione anche grazie ai fondi del Pnrr» afferma il presidente dell’Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, che ritiene necessario ragionare in una logica di sistema: «Oggi che il Mediterraneo sta tornando ad essere il principale perno attorno al quale si muove il commercio internazionale, i sistemi industriali dei Paesi del Sud Europa devono collaborare per trovare nuovi assetti e, se parliamo della Campania, è necessario che gli investimenti vengano indirizzati per rafforzare le infrastrutture non solo nel porto di Napoli ma in tutta la regione, a cominciare dal porto di Salerno, fino a quelli di Torre Annunziata, Castellammare e Pozzuoli, sfruttando le caratteristiche di ogni scalo».
Il presidente di Confindustria Campania, Luigi Traettino, poi, ricorda che «il Pnrr destina al capitolo economia marittima quasi dieci miliardi.
Anche per il direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Nargi, «il Pnrr è decisivo per cogliere le opportunità offerte da questa fase di regionalizzazione del sistema industriale. La nostra banca – sottolinea – sarà al fianco degli imprenditori per aiutarli a cogliere le opportunità offerte dai bandi, accompagnandoli nella trasformazione e puntando in particolar modo sul Mezzogiorno, che riteniamo un’area strategica nell’ambito del Mediterraneo».