Il Made in Italy parla campano: il sorrentino Zurino al forum italiano dell’export

In scena ad Alba, in Piemonte, il forum italiano dell’export del sorrentino Lorenzo Zurino

Immagine dell'intervista
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 14:30
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Il meglio del Made in Italy riunito da un grande campano: è andato in scena ad Alba, in Piemonte, il forum italiano dell’export del sorrentino Lorenzo Zurino.

Flavio Briatore, Oscar Farinetti, Marco Lavazza, Alfonso Dolce, Andrea Benetton, Matteo Marzotto ed Eduardo Teodorani Fabbri (figlio di Maria Sole Agnelli - sorella dell’Avvocato - e consigliere di amministrazione di IEF). Sono soltanto alcuni tra i grandi big dell’imprenditoria che si sono avvicendati sul palco del centro ricerche Pietro Ferrero, accompagnati da rappresentanti politici, da presidenti di regione, e dall’ambasciatore Stefano Pontecorvo, presidente dell’italianissima Leonardo nonché vicepresidente di Ief.

«L’Italia basa sul commercio estero oltre un terzo del proprio Pil, circa 660 miliardi di euro ed è bizzarro che questo settore non abbia un proprio ministro di riferimento.

Il ministero per il commercio estero venne previsto con grande lungimiranza dal primo governo de Gasperi e dovrebbe essere ripristinato perché il paese possa restare competitivo.

L’export italiano, come dimostrano i dati Istat di oggi, si sta dimostrando resiliente, ma la perdita di mercati come Russia e Ucraina, le grandi difficoltà della Germania e gli altissimi costi di materie prime e logistica, devono spingerci a lavorare di più e meglio su mercati emergenti come Vietnam, Indonesia, Malesia e in Africa eliminando alcuni limiti strutturali».

Così il presidente Zurino al momento dell’apertura della 5ª edizione degli Stati Generali dell’Export, in rappresentanza delle oltre 2000 aziende rappresentate dal Forum che esprimono circa 200 miliardi di fatturato, realizzato in buona parte fuori dall’Italia.

Di particolare rilievo, sul fronte esteri, l’intervista realizzata dal giornalista Luca Marfé ad uno dei più grandi protagonisti del mondo finanziario israeliano, Ceo e proprietario del fondo di investimento Vertical International Investment Holding, Jacob Agam.

Un punto di vista esterno che ha consentito di sottolineare come l’Italia sia «una fonte infinita di talento», in particolare «nei settori di ingegneria e tecnologia», consentendo altresì, però, di sottolineare che «questo talento non sempre è accompagnato dalla politica». Anzi. «Mancano gli investimenti sui giovani. Italia e Israele sono due Paesi per certi versi molto simili, ma, a differenza dell’Italia, Israele ha capito 40 anni fa l’importanza di investire su giovani e talento, neanche aspettando l’approdo nel mondo del lavoro, ma anticipando il discorso alle università e addirittura alle scuole. Servono incentivi».

Agam in controtendenza, rispetto ai flussi di informazione tradizionale, anche sulla guerra in Ucraina: «La Russia resiste, l’Europa e l’Italia ci perdono milioni e milioni di euro in termini di fatturato e di export, gli unici che ci guadagnano, ma sulle spalle nostre, sono gli Stati Uniti».

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