Parte da Napoli la caccia ai futuri big dell'economia

Parte da Napoli la caccia ai futuri big dell'economia
di Davide Cerbone
Venerdì 7 Dicembre 2018, 07:00
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La Giovane Europa che guarda al futuro si ritrova davanti al mare di Napoli. E da via Partenope scruta l'orizzonte alla ricerca di sogni possibili: una carriera da professore all'università, o magari da dirigente in una grande banca. Alle 12,30 l'esercito degli economisti in carriera affolla il Centro Congressi della Federico II. Ad occupare le poltroncine rosse, un centinaio di dottorandi e freschi dottori di ricerca quasi tutti under 30. Ma sono in 680 ad aver accettato la prima sfida del lavoro al livello europeo. Menti eccellenti da tutto il Vecchio Continente, ma non solo (un centinaio vengono da altre parti del mondo) che hanno puntato verso il Vesuvio per cimentarsi tra il palazzo bianco dell'ateneo, l'hotel Royal Continental e il Mediterraneo in colloqui con 110 istituzioni alla ricerca di candidati altamente qualificati: soprattutto università (dalla University College London alla Université de Toulouse, dalla Bocconi alla London School of Economics), ma anche alcune delle più importanti banche centrali (tra queste, Banca d'Italia, Bundesbank, Banco de España), fino a privati come Unicredit e Goldman Sachs.
 
Ma il Job Market for Economists, la fiera del recruiting in programma ieri e oggi - due giorni di colloqui serratissimi di mezz'ora ciascuno dalle 9 alle 18,30 - è un buon affare anche per gli alberghi: oltre mille persone restano in città per almeno tre giorni. Di quei ragazzi solo 120 sono italiani. Marco Pagano dirige il Centro studi di Economia e Finanza della Federico II: «Da una parte siamo organizzatori locali e dall'altro cerchiamo due post-doc molto bravi. Studenti che abbiano completato il dottorato in economia e finanza ai quali fare un contratto», spiega il professore di Economia degli intermediari finanziari. «Nei meccanismi di assunzione pativamo una sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, dove il job market è ormai una realtà consolidata. Adesso ci siamo anche noi: l'European Job Market si svolgerà ogni anno a dicembre e speriamo che gradualmente riesca ad attrarre anche università statunitensi», auspica Pagano, raccontando una modello che fa incontrare domanda e offerta con un'immediatezza inedita a queste latitudini. «A fronte della macchinosità burocratica dei concorsi, questa modalità è più snella e assicura la concorrenza», assicura il professore. Il suo collega Tullio Iappelli, docente di Macroeconomia e direttore del Dipartimento di Scienze economiche e statistiche, sottolinea il carattere europeista della due giorni partenopea.

«Poco fa abbiamo sentito una ragazza rumena che ha fatto un dottorato in Svezia dopo un periodo negli Stati Uniti. Insomma - argomenta - questo è un luogo in cui l'Europa recupera un'identità comune che nella comunità accademica già esiste da tempo». La sessione napoletana di colloqui è la seconda fase di un processo iniziato con una prima scrematura dei candidati. «Nei prossimi mesi - spiega Pagano - sceglieremo una dozzina di studenti che inviteremo a svolgere una presentazione. Dopo, partiranno le trattative con i candidati migliori». Campioni «da Champions», chiarisce il professor Iappelli.

Al primo piano, intanto, Eliana La Ferrara, presidente dell'European Economic Association, dispensa consigli ai candidati: «Se per l'esordio in Europa abbiamo scelto Napoli è perché nei giorni scorsi, il 4 e il 5 dicembre, qui si è tenuto il Winter Meeting dell'Econometric Society, anch'esso promosso dalla Federico II. Far seguire il Job market ci è sembrata una conseguenza logica».
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