Luxottica-Essilor, nasce
il colosso degli occhiali

Luxottica-Essilor, nasce il colosso degli occhiali
di Roberta Amoruso
Martedì 17 Gennaio 2017, 08:24
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Il «sogno» di Leonardo Del Vecchio «che finalmente si avvera dopo cinquant'anni» vale una fusione con i francesi di Essilor, il possibile addio di Piazza Affari per Luxottica e per la holding Delfin una quota tra il 31% e il 38% (da primo azionista) di un gruppo che vale circa 50 miliardi di capitalizzazione (in Luxottica ha il 61%) e 140.000 dipendenti in tutto il mondo. Certo, la holding di famiglia e gli altri soci di Luxottica ci rimettono qualcosa, il concambio rispetto ai prezzi preannunciati favorisce un po' Essilor. Ma era il prezzo da pagare, dicono gli analisti, per prendere di petto, e magari risolvere, temi pendenti di leadership in un gruppo che ha avuto tre amministratori delegati da fine 2014. Del resto sul tavolo c'è la creazione del primo colosso degli occhiali al mondo, preannunciata personalmente da Del Vecchio al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni,

Un anno fa lo stesso Del Vecchio aveva ripreso le redini del gruppo, a 81 anni, dopo aver cambiato per due volte capoazienda. E lo aveva fatto, stando all'annuncio di ieri, per lavorare a quella fusione sulla quale si era rotto il rapporto storico con l'ex ad, Andrea Guerra, molto favorevole a una fusione, seppure a condizioni diverse. Ora la gestione del nuovo gruppo sarà congiunta con il numero uno di Essilor Hubert Sagnieres, si capisce dai dettagli dell'accordo. È meno evidente invece che ruolo avrà Nicoletta Zampillo, seconda (e quarta) moglie di Del Vecchio, che ha avuto un ruolo non da poco nella saga familiare che ha fatto da sfondo agli ultimi anni di gestione turbolenta del gruppo. Ora almeno la governance dovrebbe avere una risposta più precisa. Di certo i francesi avranno messo tutto nero su bianco. Anche se rimane il nodo del successore eletto per Del Vecchio.

Ma intanto il fondatore di Luxottica può incassare un'integrazione promossa un po' da tutti sul mercato. Anche la Borsa ha dato la sua benedizione. Ieri i titoli Luxottica hanno chiuso a Piazza Affari con un aumento dell'8,2% (a 53,6 euro) dopo aver toccato un massimo di giornata a quota 56,9. Ancora meglio ha fatto a Parigi Essilor (+11,85%).

Unire il gruppo del lusso italiano, specializzato in montature, con un fornitore del calibro di Essilor significa mettere insieme ricavi per oltre 15 miliardi di euro, a fronte di 3,5 miliardi di Ebitda e una quota di mercato del 15%. L'obiettivo è puntare a una crescita superiore al mercato. Un obiettivo possibile considerando i particolari vantaggi nel mercato statunitense, dove Luxottica e Essilor sono i primi due player in un'ottica di distribuzione». Forse ci sarà qualche grana Antitrust da gestire, avvertono gli analisti, ma dovrebbero anche esserci 600 milioni di sinergie annue, per metà da ricavi.

Funzionerà così: Essilor lancerà un'Offerta pubblica di scambio sulle azioni Luxottica e i soci del gruppo italiano riceveranno 0,461 nuove azioni Essilor per ogni titolo in loro possesso. E non sembra essere previsto diritto di recesso in contanti per i soci Luxottica. Se le adesioni supereranno il 90% si procederà al delisting da Piazza Affari. Rimarrà la quotazione a Parigi, e forse a New York. Dopodichè la fusione dovrebbe chiudersi entro l'anno.
Quanto ai dettagli della governance, Del Vecchio assumerà la carica di presidente esecutivo e amministratore delegato di EssilorLuxottica, mentre il presidente e ceo di Essilor, Hubert Sagnières, assumerà la carica di vice presidente esecutivo e vice ad di EssilorLuxottica, con i medesimi poteri del presidente esecutivo e ad. Passando al cda del nuovo gruppo sarà composto da sedici amministratori: otto nominati da Essilor e il resto da Delfin, tra cui Del Vecchio, tre rappresentanti di Delfin e quattro indipendenti.