Ilva, Antitrust Ue replica alle proteste del Lussemburgo: «ArcelorMittal ha deciso da sola gli asset da sacrificare»

Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza Ue
Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza Ue
di Giusy Franzese
Mercoledì 18 Aprile 2018, 18:04 - Ultimo agg. 19:01
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Non è l'Antitrust  europeo a imporre ad ArcelorMittal di vendere sei stabilmenti nei vari stati europei per poter ottenere il via libera all'acquisizione dell'Ilva. Da Bruxelles rispondono alle vibranti proteste del Granducato del Lussemburgo, contrario alla vendita dello stabilimento ArcelorMittal Dudelange che impiega oltre 200 operai  e che è finito nella “lista nera” delle eventuali dismissioni che il colosso mondiale dell'acciaio sarebbe disposto a fare per accontentare il guardiano della concorrenza di  Bruxelles. L'Antitrust Ue  - ha detto il portavoce -  «non impone vendite di asset specifici ma valuta quanto le imprese che si fondono propongono per rispondere alle preoccupazioni per la concorrenza». Insomma Bruxelles non ha indicato nè lo stabilimento di Dudelange, nè gli altri cinque  finiti nella lista nera. «Nei procedimenti di fusione è responsabilità delle aziende coinvolte affrontare i dubbi sulla concorrenza identificati dalla Commissione», che poi valuta i rimedi sulla base dei feedback del mercato. Ma i rimedi sono sempre «una scelta commerciale delle aziende».
Ad attaccare duramente la Commissione era stato  il vicepremier lussemburghese, Etienne Schneider, appena diffusa la lista dei sei stabilimenti da sacrificare. «Obbligando ArcelorMittal a cedere siti produttivi in Europa la Commissione agisce contro gli interessi della politica industriale Ue, poichè impedisce la nascita di un vero campione della siderurgia europea in grado di competere sul mercato mondiale» aveva tuonato. Dalle parole ai fatti: il governo del Granducato ha infatti successivamente inviato una lettera formale alla commissaria Vestager più o meno dello stesso tenore.
Oggi la prima risposta:  «Sappiamo che se vengono decise cessione nel quadro di una fusione ciò comporta incertezza per le imprese e gli occupati, il nostro obiettivo è garantire che sia mantenuta un livello di concorrenza sulle imprese oggetto della fusione» ha  spiegato il portavoce dell'Antitrust Ue.
 Si va quindi  verso un atteggiamento più morbido? «Non possiamo pregiudicare adesso il risultato dell'inchiesta, non abbiamo ancora preso alcuna decisione», ha spiegato ancora  il portavoce della concorrenza, ricordando che c'è tempo fino al 23 maggio.
Però fa capire che non basta proporre una lista di asset da cedere. E' necessario anche quegli stessi stabilimenti continuino ad operare pur se con un diverso proprietario. «Ogni asset ceduto - è stato spiegato - dovrà continuare a esercitare un vincolo concorrenziale sulle società che si sono fuse: approveremo un rimedio proposto dalle imprese solo se siamo convinti che gli asset venduti continueranno a operare in modo gestibile e duraturo sotto la nuova proprietà e non approveremo un disinvestimento se questo non sarà assicurato». Insomma ArcelorMittal dovrà anche cercare acquirenti floridi, in grado di garantire la sopravvifenza dello stabilimento e dei suoi lavoratori.
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