Generali, il sorpasso dei soci italiani

Generali, il sorpasso dei soci italiani
di r. dim
Venerdì 20 Aprile 2018, 10:00
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«Io tengo molto all'italianità delle Generali». Francesco Gaetano Caltagirone, azionista con il 4% nonché vicepresidente della compagnia triestina, ieri a margine dell'assemblea che ha approvato pressoché all'unanimità il bilancio 2017 (utile di 2,1 miliardi e 85 cent il dividendo), ha rimarcato l'identità del gruppo dove lo schieramento di azionisti italiani ha raggiunto il 23,12% scavalcando il 22,91% vantato dagli investitori esteri. «Noi siamo cresciuti perché credo nella società, che sta andando bene», ha proseguito Caltagirone. E a chi domandava se fosse soddisfatto del valore del titolo, non ha esitato a precisare: «Io a questi prezzi ho comprato, quindi vi ho dato una risposta». Quanto a possibili nuovi acquisti, «non lo so, dipende dal mercato, dalle opportunità, non abbiamo programmi», ha quindi concluso. Secondo la fotografia del libro soci scattata per l'assise, il gruppo Mediobanca vanta il 12,97%, seguito dal gruppo Caltagirone (4%), da Leonardo Del Vecchio (3,16%) e dal gruppo Benetton con il 2,99%, quota che dopo il record date è salita al 3,04%.

L'assemblea della compagnia è stata l'occasione per fare il punto sulla strategia futura «molto diversa dal passato», ha detto il ceo Philippe Donnet, perché basata su «espansione e trasformazione», che non prevede acquisizioni, fronte su cui però «ci sarà attenzione». Queste le anticipazioni sul nuovo piano che sarà presentato dal Leone il 21 novembre a Milano, presso il grattacielo di Citylife. «Sarà una strategia molto diversa - ha più volte ribadito Donnet - fondata su un'ulteriore ottimizzazione finanziaria, un'espansione profittevole e una profonda trasformazione». Il top manager ha quindi sottolineato che il Leone è «in linea o in anticipo» con gli obiettivi: «Generali sta per scrivere la nuova storia di successo del settore assicurativo». A sua volta il presidente Gabriele Galateri di Genola ha evidenziato che il piano al 2021 punterà a «potenziare l'impegno verso la trasformazione digitale per una crescita della redditività».
 
Va segnalato che Del Vecchio, patron di Luxottica, ha invece commentato con un «magari» l'ipotesi che sulla compagnia «vengano fatte operazioni, anche dall'estero», sulla falsariga di quella ipotizzata da Intesa Sanpaolo a inizio 2017. «Operazioni così fanno piacere agli investitori, fanno salire il titolo», ha detto. «Non sono mai stato così contento» di Generali, ha però aggiunto. «Hanno distribuito un dividendo molto buono e credo che continueranno». Subito dopo, al ceo Donnet è stato chiesto se sia eventualmente informato di possibili mire sul gruppo: «Non mi risulta, non chiedete a me», ha risposto chiudendo il capitolo.

Per il resto l'appuntamento a Trieste non ha riservato sorprese, salvo una incursione di primo mattino di Greenpeace, con due attivisti arrampicati in cordata sulla facciata della Stazione marittima sede dell'assemblea, per srotolare uno striscione con la richiesta a Generali di non «assicurare carbone e cambiamenti climatici». Il pressing sul gruppo, con focus in particolare su centrali a carbone in Polonia e Repubblica Ceca, è poi proseguito con l'intervento in assemblea di vari azionisti verdi (una novità per le Generali), per chiedere al gruppo l'immediata uscita dal comparto. La compagnia ha ricordato gli importanti impegni green già assunti al riguardo, con una esposizione che già oggi è comunque appena dello 0,1% dei premi non-vita e dello 0,02% degli investimenti. «Noi non assicuriamo miniere», ha quindi chiarito il presidente Galateri.
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