Crisi diplomatica Fincantieri, c'è un piano francese per la tregua

Crisi diplomatica Fincantieri, c'è un piano francese per la tregua
di Francesca Pierantozzi
Sabato 29 Luglio 2017, 11:03 - Ultimo agg. 15:18
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Al ministero dell'Economia francese si lavora per la grande quadratura del cerchio, un montaggio finanziario che consenta a Francia e Italia di fare la pace a Saint Nazaire, di lasciare Parigi in grado di poter dire l'ultima parola e Fincantieri in grado di poter decidere. Niente di meno facile dopo la nazionalizzazione di Stx France voluta da Emmanuel Macron che ha congelato l'accordo che dava al gruppo di Trieste il controllo degli ex Chantiers de l'Atlantique. Il ministro dell'Economia Bruno le Maire sarà martedì a Roma per incontrare i colleghi Padoan e Calenda con una proposta cui stanno lavorando anche dei banchieri d'affari. Parigi vuole dividere alla pari con Fincantieri, 50-50, il capitale di un sito che considera strategico e che Macron non cederà allo straniero. Lo Stato non intende comunque restare unico padrone dei cantieri, la nazionalizzazione è considerata da tutti, a partire dal presidente, come un'iniziativa transitoria per prendere tempo e trovare un nuovo accordo. Agli italiani, la Francia è pronta a concedere la nomina del presidente e del direttore generale e a garantire la gestione industriale. Non il controllo del capitale, né dell'assemblea generale. Margini di manovra, comunque, ce ne sarebbero. Fincantieri vuole la certezza di poter decidere il piano industriale, unica condizione per assicurare le commesse per il prossimo decennio. Ieri fonti del ministero dell'Economia hanno detto di confidare in un accordo con Fincantieri, il cui progetto è considerato solido e affidabile, entro le prossime settimane, o comunque entro la fine dell'estate. I sindacati stanno con il governo: bene la nazionalizzazione per negoziare un migliore accordo, con gli italiani alla pari dei francesi. Il leader della Cfdt Laurent Berger ha lanciato un appello all'Italia: «Invito alla ragione e spero che troveremo una soluzione con gli italiani altrimenti entreremo in una nuova fase di incertezza che non è mai buona per l'azienda».

Dietro le quinte, però ci si attiva già per un piano B in caso l'opzione italiana dovesse saltare definitivamente. Il presidente della Regione Pays de la Loire, il conservatore Bruno Retailleau, da sempre ostile all'arrivo di Fincantieri, avrebbe riunito una quindicina di società sub-appaltatrici dei cantieri» pronte a entrare nel capitale «al fianco dei dipendenti e eventualmente della regione». Nei cassetti sopravvivrebbe anche un piano C, che sembrava accantonato, e che prevede una discesa in campo dell'armatore italo-svizzero Msc e di quello americano-norvegese Royal Caribbean (i due maggiori clienti di Saint Nazaire): potrebbero associarsi ai dipendenti e a Naval Group il colosso statale della cantieristica militare. Se all'Economia si lavora per una nuova proposta, all'Eliseo si continua con l'operazione di sdrammatizzazione: nessuna battaglia navale con l'Italia. «Non c'è nessun attrito», hanno ripetuto ieri fonti della presidenza, che portano la prova della «cordialità» con cui giovedì si è svolta una telefonata tra Macron e Gentiloni. Per il quotidiano Le Monde, tuttavia, la vicenda Stx è «un affronto all'Italia che lascerà tracce», anche se per Macron, che nei primi tre mesi all'Eliseo ha perso dieci punti di popolarità, si tratta di «un colpo vincente». La decisione ha ricevuto un plauso quasi unanime dall'estrema destra di Marine Le Pen alla sinistra socialista radicale dell'ex ministro Arnaud Montebourg. Intanto ieri, dopo due giorni in ribasso, in balia delle decisioni francesi, Fincantieri ha chiuso in positivo in Borsa a + 4,71%.
 

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