Il nipote designato dall'Avvocato, che ormai ha sempre di più preso il posto del mitico nonno, ha deciso di prendere lui la presidenza affidando il ruolo di amministratore delegato a Louis Carey Camilleri, un top manager di grande spessore che in passato ha guidato il gigante americano Philip Morris e già era nel cda Ferrari.
Nonostante in numeri possano far pensare di vivere blindati in una cassaforte o su una navicella che viaggia con il pilota automatico, questa è una fase particolarmente delicata per Maranello, una gallina dalle uova d'oro che realizza un risultato operativo che è un terzo del fatturato. Dopo il grande impegno per il nuovo piano Fca, in questi giorni Sergio Marchionne avrebbe dovuto lavorare proprio su quello Ferrari che dovrebbe essere illustrato in autunno. Un piano sicuramente complesso poiché prevederà una crescita dei volumi produttivi, mantenendo inalterata l'esclusività. Aumentare il fatturato, quindi, facendo in modo che la domanda resti sempre più elevata dell'offerta. Pur rimanendo legati alle altissime prestazioni e all'inarrivabile piacere di guida anche i modelli cambieranno molto perché arriverà il Suv e ci sarà una vigorosa svolta verso l'elettrificazione con power unit ibride e, prima o poi, supercar totalmente a batterie, la nuova frontiera dell'industria dell'auto. Non meno impegnativa la mission Formula 1 che Marchionne ha sempre considerato l'asset fondamentale, il boost per spingere in alto il valore dell'azione. Nella massima formula il Cavallino è ormai tornato ai vertici e combatte ad armi pari con la Mercedes, ma per tornare a dominare bisogna guardare anche al domani ed avere un regolamento futuro che consenta al Cavallino di avere stretti legami con le vetture stradali e di mettere in campo le grandi competenze tecnologiche degli ingegneri di Maranello. Un lavoro niente affatto semplice se non lo si conosce a fondo e Marchionne ormai era diventato un grande esperto, il vero regista della partita fra costruttori Fia (la Federazione) e gli organizzatori di Liberty Media. In più, sfruttando la collaborazione con Ferrari, Marchionne stava accompagnando il ritorno dell'Alfa Romeo in F1, una presenza che dovrà rafforzarsi nei prossimi anni e che sarà fondamentale per sostenere l'espansione del Biscione sui principali mercati del pianeta, a braccetto con Jeep l'altro marchio globale di Fiat Chrysler.