Ue, meno fondi a Sud e agricoltura: la bozza del bilancio europeo allarma l'Italia

Ue, meno fondi a Sud e agricoltura: la bozza del bilancio europeo allarma l'Italia
Giovedì 3 Maggio 2018, 08:56 - Ultimo agg. 15:58
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LA TRATTATIVA
BRUXELLES È già il bilancio della discordia. Come sempre quando si mettono sul tavolo i conti dell'Unione europea: la Commissione ha presentato il progetto per il 2021-2027 e la battaglia comincia subito. L'Italia è per un verso sollevata (Padoan ha plaudito in un tweet alla proposta di bilancio) perché l'integrazione degli immigrati diventa un fattore che peserà nella redistribuzione delle risorse e perché passa soprattutto l'idea di un fondo di stabilizzazione per sostenere gli investimenti durante le crisi. Ma c'è anche il verso opposto: è molto preoccupata per il taglio dei fondi di coesione alle regioni più povere (del Sud) e all'agricoltura. Tagli che non si possono ancora quantificare: il commissario all'agricoltura Phil Hogan annuncia che l'Italia fa parte di un gruppo di 16 Stati in cui i pagamenti diretti si ridurranno del 3,9%. I fondi della coesione, l'asse portante delle politiche Ue per superare i divari socio-economici, e che per l'Italia valevano nel periodo 2014-2020 36 miliardi, subiranno un taglio di almeno il 7%. Il gruppo europarlamentare M5S parla di minori risorse investite per oltre 3 miliardi. Mettendo insieme Fondo di sviluppo regionale, Fondo sociale, Fondo per lo sviluppo rurale e Fondo per la pesca, la quota Ue, calcola una riduzione sulla carta di 5,3 miliardi (comprensivi del taglio alla coesione). «È scandaloso», ha osservato il senatore Gianni Pittella, capogruppo Pd nella commissione speciale «che Bruxelles abbia proposto di limitare i fondi destinati alla coesione e all'agricoltura». Il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha invece detto che ora all'Italia «serve un governo autorevole per evitare i tagli».
LE CIFRE
L'europarlamentare del Pd De Castro parla di un taglio al bilancio agricolo Ue di oltre 20 miliardi di euro. La Coldiretti dice che la riduzione non è del 5% bensì del 9,5%. I tagli all'agricoltura scatenano forti reazioni in Francia. L'Est è in subbuglio per i tagli alla coesione sociale e per il legame tra fondi Ue e Stato di diritto. La Germania è sul chi-va-la perché dovrebbe versare in media 10 miliardi in più all'anno. Olanda e Austria non vogliono versare più di quanto già versavano. Si fa sentire il peso delle coalizioni di governo con il sostegno dei partiti nazionalisti e variamente euroscettici. Sarà un bel banco di prova anche per il governo italiano che verrà.
Il bilancio a prezzi correnti 2021-2027 è 1.279 miliardi (contro i 1.087 della Ue a 28 Stati membri per il periodo 2014-2020). Equivale all'1,1% del reddito nazionale lordo. La Brexit lascia un buco di 14-15 miliardi all'anno. La sfida è duplice: colmare questo buco e far fronte alle nuove sfide che si chiamano investimenti, giovani (da occupare e far studiare con l'Erasmus), economia digitale, immigrazione, difesa, sicurezza. La soluzione: aumentare i contributi (impopolarissima) e ricorrere a nuove risorse come una tassa sulle imprese e sui rifiuti (non ci sono analisi d'impatto). Poi ridurre delle poste, mossa altrettanto impopolare. Per l'agricoltura si prevede un taglio del 5%, per la coesione. In Italia c'è anche allarme per la convergenza esterna: si tratta del ravvicinamento tra gli Stati dei valori di aiuto per ettaro, che tiene conto solo della superficie coltivata: meccanismo penalizzante per l'Italia, dato il carattere intensivo della sua agricoltura. La nuova regola sullo Stato di diritto, rivolta a paesi come Ungheria, Polonia ma anche Romania e Bulgaria, implica che gli Stati siano responsabili della prevenzione e della sanzione di abusi e frodi. Se ci sono mancanze sullo Stato di diritto (anche una magistratura non indipendente può avere degli effetti sulla gestione del denaro europeo), la Ue deve poter sospendere, ridurre o restringere l'accesso ai fondi. L'impennata della spesa sulle nuove priorità è forte: economia digitale 12 miliardi (9 volte la posta del 2014-2020); Erasmus+ 30 miliardi; triplica la spesa per la gestione delle frontiere esterne, della crisi migratoria e l'asilo che arriverà a 33 miliardi. Oggi, intanto, saranno pubblicate le stime di primavera sui conti dei singoli Paesi.
Antonio Pollio Salimbeni
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