Embraco, i sindacati europei chiedono stop licenziamenti

Embraco, i sindacati europei chiedono stop licenziamenti
Martedì 20 Febbraio 2018, 19:04 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 14:06
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«Faremo tutti i passi possibili per bloccare l'operazione: basta con questa "prateria delocalizzatrice"». Così Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), annuncia all'Ansa la volontà di combattere, con tutti gli strumenti a disposizione, la battaglia per salvare i lavoratori della Embraco, l'azienda che produce compressori per frigoriferi del gruppo di elettrodomestici Whirlpool. Per Visentini «bisogna anche rafforzare e semplificare il fondo Ue creato per compensare gli effetti della globalizzazione».

L'azienda ieri ha detto no alla richiesta di sospendere i 500 licenziamenti nello stabilimento di Riva di Chieri, nel
torinese, e deciso di andare avanti sulla strada della delocalizzazione in Slovacchia della produzione italiana. Niente cassa integrazione dunque per consentire di esaminare proposte di reindustrializzazione, hanno spiegato i legali dell'azienda presenti all'incontro. Un atteggiamento di chiusura che ha mandato su tutte le furie il ministro dello Sviluppo Economico. Delusi e arrabbiati i lavoratori in sciopero, che hanno bloccato il traffico sulla statale Torino-Asti. 

La fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo, come previsto dalla legge (finiscono infatti i 45 giorni dall'avvio formale), si chiuderà il 24 febbraio. Embraco e sindacati s'incontreranno due giorni prima, giovedì alle 16, all'Unione Industriale di Torino. L'incontro non dovrebbe riservare sorprese positive. Se non ci saranno novità i lavoratori verranno licenziati. Secondo i sindacati, è probabile che l'azienda riproponga la proposta di ricorrere al part time, ipotesi già respinta e ritenuta inaccettabile anche dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Il tavolo sui licenziamenti, dopo il 24, resta soltanto in sede istituzionale. Il prossimo incontro sarà convocato quindi dalla Regione Piemonte.

«Una situazione inaccettabile». Così il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è intervenuto sulla vicenda Embraco dopo aver incontrato a Bruxelles il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda. La situazione venutasi a creare all' Embraco «dimostra che l'Europa va profondamente cambiata e in tempi rapidi. E questo deve essere un impegno unitario di qualunque futuro governo italiano», ha aggiunto Tajani.

Intanto un lavoratore dell'Embraco, Daniele Simoni, da 25 anni operaio presso Riva di Chieri, si è incatenato ai cancelli della fabbrica. «Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finché c'è uno spiraglio non mollerò», spiega l'operaio.

Il ministro ha annunciato l'attivazione urgente di un tavolo con Invitalia per cercare di individuare un percorso di reindustrializzazione. Bocciata la proposta di ricorrere al part-time, considerata «inaccettabile sotto ogni profilo, innanzitutto quello etico» da Calenda ma anche dai sindacati. «Atteggiamento incomprensibile e irresponsabile», ha tuonato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, mentre la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha parlato di «presa in giro per i lavoratori». «L'azienda ha dimostrato totale disinteresse nei confronti delle proposte formulate dal Governo e totale irresponsabilità, in particolare nei confronti dei dipendenti di Riva di Chieri», hannoa ffermato Fiom e Uilm.

«Per alcuni politici sembra che la delocalizzazione si sia scoperta ora quando c'è l'Embraco quando sono 15 anni che questa cosa esiste. Molto spesso questa situazione si è determinata perché in Italia vengono accettate leggi o indicazioni che l'Europa ci ha dato e mai come adesso c'è bisogno di rilanciare un'azione sindacale autonoma che rimetta al centro la difesa degli interessi di tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare». Lo ha detto Maurizio Landini della segreteria nazionale della Cgil.

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