Embraco non ritira i licenziamenti. Calenda: «Gentaglia, ora al lavoro con Invitalia»

Embraco non ritira i licenziamenti. Calenda: «Gentaglia, ora al lavoro con Invitalia»
Lunedì 19 Febbraio 2018, 16:30 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 07:58
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Alla proposta del governo di fermare licenziamenti e cassa integrazione «Embraco ha risposto negativamente, si conferma un atteggiamento di totale irresponsabilità dell'azienda. Le loro motivazioni dimostrano una mancanza di attenzione al valore delle persone e alla responsabilità sociale dell'impresa». Così il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda aggiungendo «Adesso non ricevo più questa gentaglia perché onestamente ne ho avuto fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua».

Il governo aveva chiesto all'azienda che produce compressori per frigoriferi, parte del gruppo di elettrodomestici Whirlpool, di bloccare i 497 licenziamenti (su 537 posti) e la cassa integrazione nello stabilimento di Riva di Chieri (Torino).

«Attiviamo urgentemente un lavoro con Invitalia per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione in tempi molto più brevi perché abbiamo poco più di un mese». E' stata poi questa la road map indicata dal Ministro dello Sviluppo. Calenda martedì volerà a Bruxelles dal Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager per valutare se la scelta dell'azienda di trasferire lo stabilimento in Slovacchia vada contro le regole europee.

Nell'incontro ministro e sindacati avevano insistito affinché il gruppo ritirasse i licenziamenti e attivasse la cassa integrazione. Un incontro da cui sono scaturite delle proposte che Calenda e le sigle metalmeccaniche hanno definito «di fantasia» e hanno respinto. La notizia della rottura delle trattative è arrivata agli operai mentre stavano manifestando davanti allo stabilimento di Riva di Chieri. Una protesta che ha momentaneamente interrotto il traffico sulla Torino-Asti.

Intanto Uilm e Fiom stanno valutando di organizzare, con il coinvolgimento delle istituzioni, una manifestazione davanti all'Europarlamento a Bruxelles «per sottolineare la totale irresponsabilità dell'Embraco». «Nonostante siamo giunti al quarto incontro al Mise la Embraco, con i suoi legali difensori - sottolineano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco per la Uilm - ha dimostrato totale disinteresse nei confronti delle proposte formulate dal Governo e l'intenzione scellerata di disperdere il capitale umano italiano rappresentato dai lavoratori di questa azienda. Ogni proposta che non preveda il ritiro dei licenziamenti e l'avvio di un piano di reindustrializzazione per noi è inaccettabile».

«Ancora una volta Embraco Whirlpool ha dimostrato la sua totale irresponsabilità, in particolare nei confronti dei
dipendenti di Riva di Chieri. È evidente che quando un'impresa affida le relazioni industriali a degli studi legali, si finisce in un vicolo cieco. A questo punto ci aspettiamo che il governo agisca e trovi comunque delle soluzioni concrete per i lavoratori», affermano ancora Basso e Benevento.

«C'è ormai troppa campagna elettorale e troppo personalismo in questa drammatica vicenda, però ci sembra chiaro che in cambio di nove mesi di cassa integrazione da concedere a Embraco il Mise abbia anche concesso la possibilità a Embraco di andarsene dall'Italia optando per la reindustrializzazione», osservano Claudio Chiarle, segretario generale della Fim Torino e Canavese e Arcangelo Montemarano, operatore della Fim di Moncalieri. «Forse il Mise dovrebbe spiegare, innanzitutto ai sindacati e ai lavoratori, quali sono le opzioni e le possibilità di reindustrializzazione e se sono credibili». 

 

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