Brexit, panico sui mercati: crollo storico delle Borse, Milano -12%. Londra regge

Brexit, panico sui mercati: crollo storico delle Borse, Milano -12%. Londra regge
Venerdì 24 Giugno 2016, 06:43 - Ultimo agg. 17:53
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Mercati finanziari sotto choc. La Gran Bretagna esce dall'Europa e le Borse vanno a picco terminando la giornata con un crollo storico soprattutto a Milano, dove l'indice principale perde oltre il 12% e i ribassi dei titoli sono stati generalizzati e di proporzioni mai viste.

Più contenuti invece gli arretramenti delle altre principali piazze con Londra che limita le perdite al 2%, in linea con Wall Street. Le ripercussioni della Brexit si fanno sentire dunque di più sui mercati dell'area euro e in particolare nei paesi periferici, Italia e Spagna in testa, che hanno visto schizzare anche lo spread dei titoli.

Crolla la sterlina, che cede il 10% sul dollaro, anche questo un calo mai successo in una sola seduta, tornando ai livelli di 30 anni fa. La moneta inglese ha poi solo in parte recuperato scambiando a 1,3732 che rappresenta comunque un minimo dalla primavera 2009. Vola invece l'oro, da sempre considerato un bene rifugio in momenti di crisi.

Tempesta anche sui titoli di Stato dopo la Brexit. Il differenziale tra Btp e Bund si è impennato fino a 191 punti base in avvio in pochi minuti dai 130 della chiusura di ieri, con il tasso del 10 anni italiano in rialzo all'1,7%. Poi il differenziale ha ripiegato fino a quota 157 punti con il rendimento all'1,5% per chiudere di nuovo in rialzo sopra 160. Il tasso del Bund è piombato fino al minimo record di -0,17% per poi risalire a -0,15%. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania ha sfiorato i 200 punti base poi è tornato indietro. 

Milano è la Borsa che ha sofferto di più, zavorrata come in passato dal tracollo delle banche. In avvio quasi tutti il titoli principali non sono riusciti a fare prezzo per troppo ribasso. L'indice guida Ftse Mib termina con un -12,48%, con crolli a due cifre per le banche.

Piazza Affari negli ultimi trent'anni nonaveva mai perso oltre il 10%. Per trovare qualcosa di paragonabile bisogna tornare all'estate del 1981 - ma gli indici erano diversi - quando Milano perdette l'11,76% nella seduta del 16 giugno 1981. Anche nelle complicate sedute dopo l'11 settembre la Borsa di Milano aveva perso meno: -7,57% il giorno dell'attentato, -6,62% il 14 settembre. Altrettanto pesanti erano state le sedute dopo il crack Lehman Brothers e in particolare quella del 6 ottobre 2008 che aveva mostrato un calo dell'8,24%; un dato che finora rappresentava il record negativo.

I titoli più penalizzati a Milano restano quelli del credito con Unicredit e Intesa Sanpaolo in calo di oltre il 20% così come Bpm e Banco Popolare. Male sostanzialmente tutti i maggiori titoli. Anche le società più difensive come Recordati e Snam hanno perso fra il 4 e il 5%. 

Madrid ha seguito il listino italiano con un crollo anch'esso superiore al 12% mentre Francoforte e Parigi hanno perso fra il 6 e l'8%. Zurigo si è confermata Piazza difensiva limitando il calo al 3,4%. La vera sorpresa è Londra che, dopo un avvio molto negativo, ha limitato le perdite arrivando a chiudere in calo di poco più del 2% grazie a una composizione dell'indice che privilegia materie prime legate all'oro e titoli difensivi come i farmaceutici, ma anche per i timori che altri Paesi possano seguire il Regno Unito portando ulteriori elementi di incertezza nella Ue quando a Londra la situazione sembra ormai «definita».

Giù anche l'Asia. Il mercato azionario di Tokyo - che ha applicato il 'circuit breaker' per inibire le funzioni di immissione e modifica degli ordini limitando i ribassi troppo elevati - è arrivato a perdere con l'indice Nikkei fino all'8,17%, per po chiudere con un -7,9%. 

Corre ovviamente l'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza: le sue quotazioni - forti da giorni -
salgono ai massimi da marzo 2014. A New York i contratti ad agosto salgono del 5,2% a 1.328,20 dollari l'oncia.

 
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