Deficit, nessuno sconto
Pil sulla «manovrina»

Deficit, nessuno sconto Pil sulla «manovrina»
di Alessandro Cardini
Martedì 21 Febbraio 2017, 08:26 - Ultimo agg. 12:10
2 Minuti di Lettura
BRUXELLES. È stato piuttosto secco Pier Carlo Padoan sugli scenari che possono aprirsi in seguito all'annunciata scissione del Partito democratico. Alla domanda sui rischi che la manovra di bilancio correttiva per 3,4 miliardi non venga adottata proprio a causa delle difficoltà interne del Pd, il ministro ha tagliato corto: «Va chiesto ai parlamentari del partito democratico».

La difficoltà di Padoan è evidente: mentre Renzi appare sempre fortemente contrario alla richiesta della Commissione europea di varare una manovra da 3,4 miliardi di euro quest'anno per evitare una procedura, lui deve condurre i negoziati a Bruxelles. È uno dei principali garanti della reputazione del Paese, tema da lui usato recentemente per convincere il governo, e il Pd, che la manovra deve essere fatta. Prima della riunione dell'Eurogruppo nella capitale belga, Padoan ha incontrato il premier Gentiloni e ai giornalisti ha detto che sono emerse delle «novità». Però non ha voluto fornire indicazioni specifiche. Sebbene la Commissione continui a confermare la linea di massima flessibilità e di massima apertura verso le esigenze politiche del governo, è evidente che stanno crescendo le preoccupazioni per la possibile difficoltà di Gentiloni e Padoan a passare dagli impegni assunti ai fatti. Inoltre, la possibilità di elezioni in autunno, come la legge di bilancio 2018 in preparazione, non gioca a favore della prevedibilità delle mosse italiane future.

Domani la Commissione europea pubblicherà il fatidico rapporto sul debito italiano. È il primo atto di uno scenario che si dipanerà per diverse settimane. Il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem ha indicato che tra un mese esatto i ministri finanziari discuteranno la situazione dei Paesi ai quali lo stesso Eurogruppo a dicembre aveva indicato di prendere misure aggiuntive per assicurare il rispetto del patto di stabilità. C'è anche, naturalmente, l'Italia. Non è detto però che per il 20 marzo il governo avrà già deciso nuovi elementi, modalità e tempi della manovra: l'impegno di Padoan è di chiudere tutto entro aprile. E ieri ha indicato che entro domani non ci saranno nuovi dettagli a questo riguardo, limitandosi a ribadire che la manovra correttiva in termini strutturali sarà di 3,4 miliardi: «L'aggiustamento è strutturale, quindi eventuali miglioramenti delle stime pil che si possono prevedere non hanno impatto» sull'entità degli interventi. Bruxelles ha accettato il timing di Padoan.

Nel rapporto sul debito la Commissione, ormai chiuso da giorni, indicherà che l'Italia non rispetta la regola di riduzione anche nel 2016 e nel 2017, riconoscendo l'esistenza di fattori rilevanti, a cominciare dalle condizioni economiche sfavorevoli, che rendono oltremodo difficile un percorso radicalmente diverso. Detto questo, però, il governo può evitare l'apertura di una procedura per deficit eccessivo (si chiama così anche se si sta parlando di mancata riduzione del debito pubblico) solo se assicurerà un taglio minimo del deficit strutturale di 3,4 miliardi (pari allo 0,2% del Pil).
© RIPRODUZIONE RISERVATA