Corte dei Conti: «Patrimonio in rosso per l'Inps». Boeri: nessun allarme

Corte dei Conti: «Patrimonio in rosso per l'Inps». Boeri: nessun allarme
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 18:19 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 14:32
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Occorre un intervento normativo di revisione e coordinamento delle disposizioni che disciplinano l'attività dell'Inps e non è più procrastinabile una riforma della governance dell'Istituto. Lo afferma la Corte dei conti, Sezione del controllo sugli enti, che ha riferito in Parlamento sulla gestione finanziaria dell'Istituto per il 2015. Occorre in particolare un ripensamento di funzioni e compiti del direttore generale che ne definisca i confini, alla luce anche del principio di separazione tra attività di indirizzo politico e gestione amministrativa.

D'altro canto, l'accentramento nella figura del presidente dei compiti prima spettanti al Consiglio di amministrazione non sembra, alla prova dei fatti, aver risolto i profili di problematicità del sistema di governo, anche nei rapporti tra gli organi dell'Istituto.

La gestione finanziaria di competenza dell'Inps intanto chiude il 2015 con un avanzo di 1,43 miliardi (-7,01 miliardi nel 2014) determinato dalla somma di un risultato di parte corrente negativo per 3,43 miliardi e di parte capitale positivo per 4,86 miliardi. Al risultato contribuisce l'apporto dello Stato a titolo di trasferimenti pari a 103,77 miliardi, in aumento sul precedente esercizio di circa 5,33 miliardi. Aumenta anche l'avanzo di amministrazione che si attesta su 36,79 miliardi (35,74 miliardi nel 2014).

Sul versante economico patrimoniale si registra, invece, una situazione in peggioramento rispetto al precedente esercizio. Lo scostamento tra i saldi finanziari e quelli economici è dovuto all'andamento dei residui attivi. Il conto economico, infatti, espone, al netto dell'accantonamento a riserva legale per 2,95 miliardi, un risultato di esercizio negativo per 16,3 miliardi (-12,48 miliardi nel 2014), condizionato da un accantonamento al fondo rischi crediti contributivi per 13,09 miliardi (4,97 miliardi nel 2014). Di conseguenza il patrimonio netto è pari a 5,87 miliardi, con un decremento sul 2014 di 12,54 miliardi. A questo riguardo, nota la Corte «è da rilevare come, per effetto di un peggioramento dei risultati previsionali assestati del 2016 il patrimonio netto passi, per la prima volta dall'istituzione dell'ente, in territorio negativo per 1,73 miliardi».

Nel periodo di riferimento le entrate contributive segnano un incremento di 3,32 miliardi sul precedente esercizio e risultano pari a 214,79 miliardi. La spesa per prestazioni istituzionali ammonta a 307,83 miliardi, con un incremento rispetto all'anno precedente di 4,43 miliardi ascrivibile principalmente all'aumento della spesa per pensioni (+4,26 miliardi), pari in valore assoluto a 273,07 miliardi. Le pensioni vigenti sono oltre 21 milioni, di cui circa l'82% previdenziali. Nel corso del 2015 sono state liquidate 671.934 nuove prestazioni previdenziali e 571.386 nuove prestazioni assistenziali, con un incremento rispettivamente dell'8,5% e del 6,2% rispetto al 2014.

Non c'è nessun allarme sui conti dell'Inps, il disavanzo dell'Istituto deriva «unicamente da ritardi nei trasferimenti dello Stato che vengono anticipati dall'Inps e poi ripianati», ha assicurato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, spiegando che «le prestazioni sono garantite dallo Stato.

Di conseguenza, ciò che conta non è il bilancio dell'Inps, ma dello Stato». Le cifre inoltre sono state già riferite in sede di presentazione del bilancio di assestamento 2016 e del bilancio preventivo dell'Inps per il 2017. 



 

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