Commercialisti in sciopero
dichiarazioni Iva senza rischio

Commercialisti in sciopero dichiarazioni Iva senza rischio
Lunedì 6 Febbraio 2017, 09:08 - Ultimo agg. 16:22
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Iva, contributi previdenziali, conguaglio 2016: febbraio è un mese «caldo» per le scadenze fiscali. Ma gli appuntamenti con l’Agenzia delle Entrate sono minacciati dallo sciopero dei commercialisti ed esperti contabili, proclamato per la prima volta dalle associazioni di settore (Anc, Adc, Aidc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico) per protestare contro i nuovi adempimenti per la comunicazione dei dati Iva previsti dal decreto fiscale collegato alla manovra.

La Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero ha valutato come legittimo lo sciopero e ha fatto richiesta al ministero dell’Economia «di voler considerare la sussistenza dei presupposti per la concessione a favore dei contribuenti interessati (che diversamente, sarebbero esposti a conseguenze sanzionatorie) della misura della “Rimessa in termini”», strumento già utilizzato in occasione di uno sciopero nazionale nel settore bancario. Se non ci saranno le condizioni per revocare lo sciopero, le associazioni dei commercialisti auspicano che il ministero sposti i termini per la presentazione della dichiarazione annuale Iva. L’astensione collettiva sarà infatti dalle ore 24 del 26 febbraio alle ore 24 del 6 marzo. Proprio nei giorni «clou» della dichiarazione annuale Iva per il 2016: la presentazione non può più essere presentata in forma unificata insieme alla dichiarazione dei redditi e deve essere effettuata esclusivamente per via telematica tra il primo e il 28 febbraio. Entro il 28 va anche versata l’Iva per il quarto trimestre da parte di enti e imprese che prestano servizi al pubblico, come i benzinai.

Lo sciopero è una scelta simbolica perché, di fatto, si punta a un obiettivo di rilievo: la dichiarazione Iva che per il 2017 (solo per il 2017 visto che dal 2018 il termine cambia di nuovo) scadrà il prossimo 28 febbraio. Di fatto, i commercialisti che aderiranno allo sciopero «acquisiranno» la dichiarazione per poi trasmetterla una volta finita la protesta. In questo modo, l’agenzia delle Entrate riceverà i dati sette giorni dopo la scadenza individuata. Protesta che riguarderà anche il patrocinio presso le Commissioni tributarie provinciali e regionali per i contenziosi in cui assistono i contribuenti. Non sarà interessata, invece, la trasmissione telematica delle Certificazioni uniche all’agenzia delle Entrate, seppure in scadenza proprio il 7 marzo, anche perché poi al «rientro» al lavoro ci sarebbe un sovraccarico di adempimenti difficilmente gestibile.

Insomma, nessuna conseguenza per i contribuenti, in quanto la delega alla trasmissione della dichiarazione Iva, detto grossolanamente, scarica sul professionista o l’intermediario la responsabilità dell’eventuale ritardo. E poi comunque ci saranno da registrare gli effetti che l’astensione produrrà in termini di decisioni sul differimento dei termini, magari con qualche formula adottabile in via amministrativa.

«Il tempo della sopportazione è finito» ha detto nell’annunciare lo sciopero il presidente di Anc (Associazione nazionale commercialisti), Marco Cuchel, a cui è spettato il «compito» di annunciare lo sciopero alla fine della manifestazione e poi di delineare la road map per le prossime tappe. «Ci attiveremo per istituire i tavoli di concertazione con il governo e con il Mef. Qualora l’iniziativa non sortisse effetti e non venissimo ascoltati andremo avanti» ha aggiunto Cuchel non escludendo una seconda tranche di astensione che potrebbe riguardare lo spesometro.

È chiaro che saranno rispettati i passaggi «istituzionali» e l’interlocuzione con la Commissione di garanzia per lo sciopero. Così come bisognerà trovare la giusta formula attraverso cui i professionisti renderanno nota la partecipazione all’astensione e allo stesso tempo garantendo l’informazione ai clienti assistiti.
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