Il salernitano Boccia da oggi a capo
di Confindustria: bene le riforme

Il salernitano Boccia da oggi a capo di Confindustria: bene le riforme
Giovedì 26 Maggio 2016, 10:58 - Ultimo agg. 27 Maggio, 09:06
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«Al Sud non servono politiche straordinarie». Lo ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nella relazione per il suo insediamento in corso nell'Auditorium del Parco della Musica a Roma. «Servono politiche più intense ma uguali a quelle necessarie al resto del Paese». «Sfruttando pienamente i fondi europei possiamo far ripartire gli investimenti pubblici e privati come ci ha chiesto la Commissione Europea».

Il neopresidente degli industriali ha fatto anche il punto sul prossimo referendum sulla Costituzione. «Confindustria si batte fin dal 2010 per superare il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V della Costituzione. Con soddisfazione, oggi, vediamo che questo traguardo è a portata di mano» ha detto Boccia nella relazione all'assemblea annuale, aggiungendo che «la nostra posizione e le conseguenti azioni sul referendum verranno decise nel Consiglio generale convocato per il 23 giugno», dopo le amministrative e nel giorno del referendum inglese sulla Brexit.

Il salernitano Boccia si insedia così al vertice dall'associazione industriali e tocca subito il tema del dramma Mezzogiorno: «All'estero ci chiedono spesso come sia possibile che oltre 150 anni di storia unitaria non siano bastati a risolvere la questione meridionale. Rispondere è imbarazzante». Un leader del Meridione (dodici anni dopo il napoletano Antonio D'Amato) ha toccato così il tema del Sud all'assembla annuale degli industriali dopo aver sottolineato «la carenza infrastrutturale» nel Paese che «penalizza in particolare il Mezzogiorno. «La verità è che al Sud non servono politiche straordinarie.Servono politiche più intense ma uguali a quelle necessarie al resto del Paese». E vanno sfruttati «con intelligenza e pienamente» in fondi strutturali europei anche come volano per gli investimenti. «E grazie a queste risorse potremo dare vita al Sud ad uno straordinario laboratorio di sperimentazione nel quale gli investimenti privati e pubblici concorrono a ridurre gli storici divari».

Comincia dunque da oggi il percorso di Boccia alla guida degli industriali italiani. Un percorso non facile se come avvisa il presidente «la nostra economia è senza dubbio ripartita. ma non è in ripresa», ha avvertito Boccia, alla sua prima assemblea. «È una risalita modesta, deludente, che non ci porterà in tempo brevi ai livelli pre-recessione. Le conseguenze della doppia caduta della domanda e delle attività produttive sono ancora molto profonde». «Dobbiamo attrezzarci - dice - al nuovo paradigma economico. Dobbiamo costruire un capitalismo moderno fatto di mercato, apertura ai capitali, investimento nell'industria del futuro. Non partiamo da zero».

Sui provvedimenti da prendere da parte del Governo, Boccia è stato chiaro: «Spostare il carico fiscale alleggerendo quello sul lavoro e sulle imprese e aumentando quello sulle cose»; «abbattere le aliquote» con le risorse della «revisione degli sconti fiscali» e della lotta all'evasione. Così il neo presidente di Confindustria che definisce «ottima» la riduzione dell'Ires dal 2017 «che però non basta». Boccia chiede di potenziare il bonus ricerca, rinnovare il «superammortamento» su investimenti, ma anche il rispetto dei vincoli Ue: ogni violazione delle regole «verrebbe sanzionata dai mercati».

«Nella gestione del bilancio pubblico non chiediamo scambi nè favori, chiediamo politiche per migliorare i fattori di competitività», ha spiegato Boccia che ha proposto un programma «da realizzare in quattro anni» per dare «certezza e stabilità» Serve una «ricomposizione delle voci di spesa e di entrata». Servono, ha incalzato, «manovre di qualità. Politiche a saldo zero ma non a costo zero. Senza creare nuovo deficit». Oltre allo spostamento del peso fiscale da lavoro e imprese alle cose e alla riduzione delle aliquote con la revisione delle 'tax expenditure' (gli sconti fiscali, ndr) Boccia ha chiesto di andare oltre la riduzione dell'Ires al 24% dal 2017. «L'Italia ha la non invidiabile anomalia dell'elevata imposizione locale sui fattori di produzione. Un'imposizione che da noi, al contrario degli altri paesi, è deducibile solo in minima parte».

Boccia ha poi evidenziato l'importanza della lotta alla povertà che consentirebbe di «aumentare il capitale umano e innalzare i consumi».
Il presidente di Confindustria ha quindi chiesto «una politica fiscale a sostegno degli investimenti, a partire da quelli in ricerca e sviluppo: il credito d'imposta previsto dal Governo va potenziato superando la logica incrementale». Ha quindi proposto il rinnovo del superammortamento sugli investimenti. Una paragrafo l'ha dedicato al rispetto delle regole europee. «Voci autorevoli - ha sostenuto boccia - hanno suggerito al Governo di ignorare ogni vincolo e di ridurre le imposte, anche in modo consistente, con la legge di stabilità del 2017. Pensiamo che qualsiasi azione in aperta violazione delle regole comunitarie verrebbe sanzionata dai mercati, prima ancora che dall'Europa. Non è ciò di cui abbiamo bisogno».






 
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