Draghi: tassi bassi a lungo, decisioni Bce non basate su risultati elezioni

Draghi: tassi bassi a lungo, decisioni Bce non basate su risultati elezioni
Giovedì 27 Aprile 2017, 14:15 - Ultimo agg. 28 Aprile, 09:55
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La Bce continua ad aspettarsi «tassi ai livelli attuali, o inferiori, ancora a lungo e ben oltre la fine» del quantitative easing, il programma di acquisto titoli dell'istituto di Francoforte per sostenere l'economia. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ribadendo la formula di politica monetaria «espansiva» la cui rimozione avrebbe segnalato un cambio di direzione anticipato della Bce.

Invariata dunque la politica monetaria della Bce che ha lasciato i tassi di interesse fermi a zero, come largamente previsto. Nella riunione odierna, il Consiglio direttivo dell'Eurotower ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente a zero, allo 0,25% e al -0,40%.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma che continuerà a condurre gli acquisti nell'ambito del programma di acquisto di attività (Paa). Il Piano di Quantitative Easing proseguirà al ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione.

No comment sulle elezioni francesi. «Non facciamo politica monetaria sulla base dei probabili esiti delle elezioni», ha sottolineato Draghi, rispondendo alla domanda se la corsa per l'Eliseo avesse in qualche modo influenzato le decisioni di politica monetaria.

La Bce dunque non cambia passo e conferma sia l'accomodamento dei tassi di interesse che il piano di Quantitative easing in essere da inizio 2015 e ampliato nella primavera dello scorso anno. Esclusa dunque la possibilità di operazioni anticipate, ventilata negli ultimi giorni. Anzi Draghi ha poi affermato che l'Eurotower è «pronta  ad aumentare l'entità e la durata dell'acquisto di asset se necessario». La politica di tassi ai minimi storici resterà quindi in piedi sino a quando l'inflazione non avrà raggiunto il target del 2%. Draghi ha poi sottolineato che il recente aumento dei prezzi è stato di breve durata ed ha già perso forza. 

Riguardo l'andamento dell'economia dell'Eurozona, il numero uno della Bce ha confermato che la ripresa «sta diventando sempre più solida e ampiamente distribuita», mentre «i rischi al ribasso sono calati ancora» e derivano prevalentemente da «fattori globali».

Draghi non ha poi voluto commentare le decisioni di politica economica prese dal presidente americano Donald Trump, affermando che «sarebbe prematuro reagire o prendere decisioni sulla base delle future politiche seguite dall'amministrazione Usa» e che, comunque, «il rischio di protezionismo commerciale potrebbe essere in qualche modo diminuito». 














 

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