Banco-Bpm, debutto in Borsa con il botto

Banco-Bpm, debutto in Borsa con il botto
Martedì 3 Gennaio 2017, 09:27 - Ultimo agg. 10:02
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Roma. Fuochi d'artificio per il debutto in Piazza Affari di Banco Bpm. Nel primo giorno di quotazione, l'istituto nato domenica 1 con l'efficacia della fusione tra il gruppo veronese e il gruppo milanese, ha chiuso in crescita del 9,08%, a 2,498 euro. A Capodanno, primo giorno di vita, a Verona si è tenuto il cda per le nomine mancanti (i due vicepresidenti Maurizio Comoli e Domenico Castellotti che affiancano il presidente Carlo Fratta Pasini e il vicario Mauro Paoloni) e l'attribuzione delle deleghe all'amministratore delegato Giuseppe Castagna (il banchiere napoletano vero promotore dell'intero progetto, seguito com'è sua abitudine nei dettagli) ha preferito collegarsi in call dalla Valle d'Aosta: avrà pieni poteri, tranne quelli sui crediti come in Bpm.

Del resto la terza banca italiana, dietro Intesa Sp e Unicredit, può contare su Pierfrancesco Saviotti, un'Autorità in materia di concessione del credito: nel prossimo cda di martedì 10 a Milano, verrà nominato il comitato esecutivo di cui sarà presidente con poteri sugli affidamenti. Il board inoltre nominerà gli altri comitati endoconsiliari. Nel consiglio di amministrazione di Capodanno sono stati nominati il dg Maurizio Faroni e i cdg Domenico De Angelis e Salvatore Poloni.

La prima fusione bancaria avvenuta dalla riforma delle popolari, condizionata dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha congelato l'iter di attuazione, ha beneficiato di tre fattori: l'aspettativa di migliorare i target di performance (1,1 miliardi di profitti nel 2019), partendo dai benefici che si riverbereranno dall'accordo sui 2.100 esuberi, 300 in più del previsto che dovrebbero fruttare circa 20-25 milioni aggiuntivi in termini di utili pari al 4-5% supplementari.
Il terzo fattore è costituito dall'aspettativa che il piano di smaltimento di npl concordato con Bce possa migliorare ancora: dagli attuali 18 miliardi di sofferenze lorde, il programma ne prevede la vendita di 8 entro la fine del 2019, a 10 miliardi a regime. Il rapporto npl/impieghi sarà inferiore al 19% con una copertura a tendere del 48%.

Nel primo cda approvata la partecipazione a un bridge (tre mesi) da 1,4 miliardi a Rev per restituire il debito alle good bank in vista della loro vendita: 280 milioni la quota di Banco Bpm che resta invariata anche quando il finanziamento salirà a 2,1 miliardi, mentre le altre grandi banche daranno 440 milioni.

Ci sono spazi per fare meglio: tra qualche giorno verrà formalizzata la vendita - con effetto retroattivo al 2016 - di 642 milioni di sofferenze unsecured dell'ex Banco che porta a 1,6 miliardi il totale dismissioni nell'anno passato. Acquirente dovrebbe essere Hoist Finance, gruppo svedese al suo terzo acquisto di portafogli di crediti deteriorati da Verona.

Un attimo prima dell'atto di fusione fra Banco e Bpm del 13 dicembre c'è stato lo scorporo del ramo d'azienda della rete Bpm con conferimento nella ex Pop Mantova, ribattezzata Bpm spa. Lunedì 16 è già stata covnocata a Milano assemblea dell'istituto per le nomine: presidente resta Umberto Ambrosoli, vice Enrico Perotti, ex vice presidente Banco. La Bce ha voluto che gli altri tre membri siano dirigenti dei due istituti: Domenico De Angelis, Salvatore Poloni, Giovanni Sordello. Alla guida andrà Paolo Testi. La banca rete resterà in vita tre anni.

Infine a Verona si lavora a uno zoccolo duro di soci stabili diluitosi con la fusione all'8,5%, attorno al gruppo Veronesi, fondazione Carilucca, Tommasi Wine (Amarone Valpolicella).
r.dim.