Banche, i limiti alle indagini sulla vigilanza Ue tra i nodi da sciogliere per la commisione d'indagine

La sede Mps a Siena
La sede Mps a Siena
di Roberta Amoruso
Giovedì 23 Febbraio 2017, 17:32 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 11:48
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Si riaprirà martedì 28 febbraio in Commissione Finanze del Senato il cantiere per definire ruolo, durata e competenze della Commissione d’inchiesta sul settore bancario. L’obiettivo è votare l’ultima decina di emendamenti in mattinata e portare il provvedimento in Aula a Palazzo Madama nel pomeriggio di martedì. Ma intanto secondo quanto emerge, ci sono almeno tre punti chiave ancora da rifinire: la durata dei lavori della Commissione bicamerale, le indagini sulla vigilanza europea (il nodo è capire se il faro sarà sull’operato o solo sulle regole), e la composizione della stessa Commissione con tanto di incompatibilità.

A proposito della durata, il testo iniziale prevede un anno di tempo, ma a quanto pare si sta ragionando sulla possibilità di utilizzare la relazione intermedia (prevista dopo sei mesi che potrebbero essere anticipati a quattro) per arrivare ad un lavoro modulare che possa dare frutti indipendentemente dalla durata della legislatura. E’ lo stesso relatore del provvedimento, Mauro Maria Marino a far notare che comunque il lavoro della futura commissione di inchiesta non partirà da zero potendo tenere conto dei risultati dell’indagine.

Quanto all’emendamento Cappelletti sulle incompatibilità è stato riformulato togliendo la parte sul presidente di minoranza. Per quanto riguarda questo capitolo, si sta verificando la possibilità di trovare un equilibrio tra l’esigenza posta e quella di non ledere il principio di uguaglianza fissato dall’articolo 3 della Costituzione.  Il punto è che «molti senatori sono contrari» alle incompatibilità, spiega Marino. Dunque «cercheremo di trovare una soluzione senza violare l’articolo 3 della Costituzione, però mi sembra saggio escludere dalla commissione di inchiesta chi ha avuto un rapporto strutturale con una banca». Il fronte della vigilanza rappresenta uno dei nodi più difficile da sciogliere. Alcuni emendamenti in stand-by prevedono l’estensione della verifica sia alla vigilanza che alle regole di vigilanza europee: si sta valutando un’apertura sulle regole e non sull’azione della vigilanza Ue. E questo perchè è difficile puntare anche sulla vigilanza europea: «potrebbe esulare dall’ambito delle nostre competenze» spiega lo stesso Marino. Infine, sulla definizione dell’ambito delle competenze della commissione, l’idea del relatore è di «non mettere una barriera oltre cui non andare». Se la verifica riguarda «una filiera - spiega - devo poter agire per poter andare fino in fondo» e «sto lavorando - conclude - in questo senso». In vista della conclusione dei lavori martedì e di un esito il più possibile condiviso, Marino riferisce di stare portando avanti un confronto con tutti i gruppi.


 
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