Automobilisti, la beffa Aci:
il foglio unico è già una chimera

Automobilisti, la beffa Aci: il foglio unico è già una chimera
di Francesco Pacifico
Sabato 25 Febbraio 2017, 08:52 - Ultimo agg. 09:31
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Le barricate l’Automobile Club d’Italia le ha erette da oltre vent’anni. In principio doveva essere l’unione tra il Pubblico registro automobilistico (Pra), gestito dall’Aci, e la Motorizzazione civile. Ci avevano provato nel 1995 i lettori di Quattroruote raccogliendo le firme per un referendum bocciato dalla Consulta, nel 2000 e nel 2007 Pier Luigi Bersani con le sue lenzuolate e nel 2014 Matteo Renzi inserendo la fusione nella riforma Madia sulla Pubblica amministrazione. Ma di fatto, l’ex governo, si è accontentato soltanto di accorpare il certificato di proprietà dell’auto, emesso dal Pra, e il libretto di circolazione, prodotto invece dalla Motorizzazione. Risultato? Un risparmio agli automobilisti di 39 euro con il pagamento di due e non più di quattro bolli, ma il mantenimento delle due strutture. 
Però anche l’obiettivo minimo è diventato una chimera. Nel decreto attuativo alla riforma della Pa approvato dall’ultimo consiglio dei ministri il foglio unico diventa operativo dal giugno del 2018. La riduzione dei costi (da 100 a 61 euro) viene rinviata a data da destinarsi. Il tutto in barba agli automobilisti e per la gioia di una delle lobby più immarcescibile del Paese: l’Aci. Perché l’ente, gestendo il Pra, incassa soltanto attraverso gli emolumenti e i diritti per le pratiche un mare di quattrini: 216.910 milioni di euro nel 2015. Ma è facile ipotizzare che lo scorso anno, con l’aumento delle immatricolazioni, i numeri siano stati più alti.

Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture, promette che «il provvedimento adottato giovedì scorso per l’accorpamento tra libretto di circolazione e certificato di proprietà non è nemmeno un lontano parente del decreto preparato dal Mit». Intanto il suo dicastero si scontra con il Tesoro, visto che in viale XX Settembre non vogliono perdere un centesimo (si parla di minor gettito pari a 100 milioni) dal dimezzamento dei bolli. Ma chi se ne intende, dice che dietro la bocciatura del documento c’è soprattutto l’Aci, e non soltanto perché la nuova procedura renderebbe più pletoriche due banchi dati, che si occupano di fatto della stessa materia. Non a caso il suo presidente Angelo Sticchi Damiani si era subito premurato di far sapere che i 39 euro in meno per gli automobilisti «non potranno essere presi dalla tariffa del Pra. Anche perché noi abbiamo già l’onere di organizzare e finanziare il Gran Premio d’Italia a Monza che assorbe tutti gli avanzi del nostro bilancio». Infatti nel 2015 proprio Sticchi Damiani strappò a Bernie Eccleston il rinnovo del contratto del Gp, proprio promettendo di sborsare di tasca propria 40 degli oltre 60 milioni necessari. Se non bastasse, contemporaneamente, è scesa in campo (anzi in piazza davanti a Largo Vidoni, dove c’è il ministero della Funzione pubblica) la Rsu di Aci Informatica. Con le nuove norme rischiano il lavoro oltre cinquecento dipendenti, che hanno famiglia e che, con le elezioni alle porte, è meglio non far arrabbiare.

In pratica – complici le scarse risorse della Motorizzazione e l’introduzione dello Sportello telematico dell’automobilista da parte del Pra, per non parlare del ricorso ad agenzie private – il cittadino presenta soltanto in una volta i documenti per immatricolare un’auto nuova o per il passaggio di proprietà di una vecchia. Peccato poi che il Pra si occupi della parte burocratica legata al possesso del veicolo, mentre la motorizzazione controlli lo stato di salute del mezzo. Nel resto del mondo, invece, si occupa della pratica un solo ufficio: negli Stati Uniti, per esempio, basta rivolgersi alle varie sedi cittadine del Department Motor Vehicles, in Spagna il Registro de Vehículos è gestito dal ministero dell’Interno, che agisce localmente attraverso Jefaturas de Tráfico, in Gran Bretagna esiste il Vehicle Certification Authority che concede il British Type of Approval, in Giappone fa tutto – e in tempi celeri – lo Unten Menkyo Shiken. 

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