Assunzioni, la frenata del 2016: i contratti stabili sono un ricordo

Assunzioni, la frenata del 2016: i contratti stabili sono un ricordo
di Cinzia Peluso
Venerdì 24 Febbraio 2017, 09:02 - Ultimo agg. 16:31
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I conti sono comunque positivi. Ma, svanito l'effetto sgravi, il mercato del lavoro tricolore si ritrova ancora davanti alle sue criticità. Il sogno di un impiego stabile si diluisce nelle cifre. Dopo il boom del 2015, nel 2016 i contratti a tempo indeterminato sono fortemente diminuiti. Sono stati 1.264.856, oltre il 37 per cento in meno rispetto agli oltre due milioni dell'anno prima. Hanno ripreso a crescere, invece, le assunzioni a termine, fino a raggiungere quota 3.736.700 contro le 3.460.758 del 2015. Lo racconta l'ultimo aggiornamento dell'Osservatorio Inps sul precariato. Ma le cifre possono anche essere lette da una prospettiva differente. «Si tratta di dati contraddittori ma fondamentalmente positivi, risultati molto importanti nella lotta all'evasione fiscale», commenta il premier Paolo Gentiloni. Del resto, il governo è deciso a continuare la sua battaglia sulle riforme, di cui il Jobs act, con il suo obiettivo di stabilizzare il lavoro, è un esempio. E, all'indomani dei dubbi espressi da Bruxelles, Gentiloni ci tiene a precisare che «è chiaro che le operazioni che dobbiamo fare nelle prossime settimane, in particolare con il Def, richiedono un'ulteriore accelerazione del ritmo delle riforme. Lo faremo sapendo che l'Italia mostra perduranti difficoltà economiche ma anche segnali positivi molto incoraggianti. Abbiamo dati straordinari sulla produzione industriale e sul commercio internazionale».

Ed è il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a precisare che, dopo la forte riduzione degli incentivi per i contratti a tutele crescenti(nel 2015 il datore di lavoro beneficiava dell'abbattimento al 100% dei contributi per 3 anni, percentuale scesa nel 2016 al 40% per 2 anni), era prevedibile un ritmo inferiore di crescita. Però, sommando «il saldo positivo del 2016 a quello del 2015, si registra un incremento di poco più di 1 milione di contratti a tempo indeterminato», sottolinea Poletti. Ed è questa, a suo parere, la «conferma della crescita del lavoro stabile».
Certamente, l'effetto sgravi ha avuto il suo peso. E lo dicono ancora i numeri. Nel 2016 le assunzioni con esonero contributivo sono state 414mila e le trasformazioni di rapporti a termine che hanno beneficiato dell'incentivo sono ammontate a 203mila. In totale sono stati così 617mila i rapporti di lavoro agevolati. Si tratta del 37,5% del totale delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato. Percentuale che si confronta con il 60,8% del 2015, quando era stata ben più consistente l'incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate sul totale di quelle a tempo indeterminato. Nel frattempo, la cassa integrazione ha frenato e anche l'uso dei voucher è fortemente diminuito. 


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