«Abbiamo raggiunto un accordo con Apple sui principi del 'conto di garanzià. Ci aspettiamo che Apple inizierà a versare i fondi nel conto nel primo trimestre del prossimo anno», spiega Donohoe. Apple si dice ottimista sugli ultimi sviluppi. «Abbiamo una squadra dedicata che sta lavorando diligentemente con l'Irlanda sul processo chiesto dell'Ue. Abbiamo fiducia nel fatto che la Corte Europea ribalterà la decisione dell'Ue una volta che avrà esaminato tutte le prove». In una mossa shock l'Ue nel 2016 ha imposto ad Apple di versare 13 miliardi di euro di tasse non pagate per il periodo 2003-2014. Secondo le l'Antitrust europeo con gli accordi fiscali stretti con Dublino nel 1991 e nel 2007, Apple è passata dal pagare l'1% di tasse sui profitti nel 2003 allo 0,005% nel 2014.
Questo trattamento fiscale - ha spiegato l'Ue - ha consentito a Cupertino di evitare di pagare le tasse sui profitti generati dalle vendite non solo nell'interno mercato unico Ue ma anche in Africa, Medio Oriente e India, grazie alla decisione organizzativa presa dalla società di registrare tutte le vendite in Irlanda invece che nei paesi dove i prodotti sono effettivamente venduti.
A sua volta, i profitti anzichè essere tassati al 12,5% come previsto dalla 'corporate tax' irlandese, venivano riversati a un 'ufficio capò fantasma che era tasse esente in base alla legislazione sulle 'società senza statò abolita poi nel 2013. Un sistema che ha portato la casa dell'iPhone a pagare due anni fa meno di 50 euro per ogni milione di profitti. Apple ha fatto ricorso contro la decisione.