Caro Nicola,
ogni volta che muore un giovane come te, noi adulti che abbiamo goduto della giovinezza e poi del suo struggente ricordo, siamo assaliti da un sentimento di impotenza, misto a un senso di colpa.
Per non avervi protetto dal male, che invece incedeva annunciandosi, per non avervi salvati da voi stessi, chè a pensarci bene ci imploravate di farlo, per non avere impedito che una fatalità vi rubasse al vostro tempo migliore.
Caro Nicola, che peccato non averti incontrato, e non essere stato onorato del tuo sorriso. Eppure ci siamo sfiorati.
Nell'ora del silenzio, mi permetto di dire qualcosa, perché la mia umanità è ferita.
Non c'è peccato più grande di tradire la memoria di qualcuno.
Ancora di più, quando solo quel filo di memoria è rimasto a dargli un alito di vita.
Non esiste peccato più grande che pensare che la vita sia semplice, e basti dividere in male e bene una società, per distinguere i cattivi dai buoni. Separandoli, come nelle carrozze di prima e seconda classe, di un treno ad alta velocità.
La vita invece è complessa, e a volte nel suo succedersi, senza preavviso si inceppa.
Come è accaduto l'altra notte per te, magnifico Nicola.
Perdonaci, se non eravamo là, all'uscita della discoteca, ad abbracciarti.
A spiegarti che bastava un passo indietro, o uno avanti, per non inciampare. Ad offrirti la bussola che momentaneamente avevi smarrito.
Perdonaci se in tanti, forse troppi, ci siamo inoltrati nei tuoi pensieri, e spiando dal buco della serratura, spinti fino a cercare tic, sogni, illusioni e delusioni. Domandandoci se la tua forza fosse nella chioma dei capelli, o il tuo punto debole nel tallone di un eroe di karatè.
Tu eri unico, a volte splendevi, a volte eri opaco. Come tutti i giovani del mondo .
Perdona se qualcuno ti ha esiliato sulla giostra di un Luna Park, nei confini di una parvenza senza qualità.
Al centro della pista, a contare like da un tavolo al profumo di Dom Perignon e al prezzo della vita. Perdonaci. Perdona chi in queste ore ti ha squarciato il cuore, senza ascoltare il suo battito.
Tu, dove ora sei, cerca la parte soleggiata di te.
E se potrai, e se lo meriteremo, raggiungici con un tuo raggio di luce.
Sergio
«Le notti in attesa di noi genitori», la lettera di Sergio: «Assaliti dai sensi di colpa»
Sabato 7 Aprile 2018, 11:02
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