«Le notti in attesa di noi genitori», la lettera di Giancarlo: «Ma la colpa è soltanto nostra»

Sabato 7 Aprile 2018, 11:10
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Non so se questa lettera verrà pubblicata ma davanti alla bara di questo povero ragazzo è ora di dirci la verità e chiamare le cose con il loro nome.

La morte del povero Nico non è stata una tragedia ma solo l’epilogo di una morte già più volte annunciata perché quando si arriva sistematicamente ad ubriacarsi e drogarsi per cercare emozioni, per divertirsi, per dimostrare di essere «in», allora questa è la logica conseguenza.

Non si cerchi il colpevole tra gli amici o le ragazze che non lo hanno aiutato, sarebbe successo tra qualche settimana, qualche mese, qualche anno.

Prendiamocela con chi veramente ha la colpa di tutto questo,e non sono i ragazzi, sono i genitori che per paura di esercitare con affetto ma con polso fermo il loro primario ruolo di educatori e formatori, per paura che questi giovani possano subire traumi aboliscono qualunque veto, qualunque punizione, qualunque limitazione per dare a questi ragazzi una quantità immeritata di soldi e beni materiali pensando che questo possa renderli felici e maturi.

Tutti siamo stati giovani, quasi tutti qualche volta ci siamo ubriacati, qualcuno avrà fumato degli spinelli. ma lo abbiamo sempre fatto con il timore e la consapevolezza che se i nostri genitori ci avessero visto o lo fossero venuti a sapere erano guai seri; e nessuno di noi è cresciuto complessato o “soggetto”. 

E poi basta a parlare di questi giovani morti come se fossero degli eroi, perché non si parla mai di quei giovani ammirevoli, spesso stranieri, che studiano con profitto e semmai per mantenersi agli studi e per avere qualche soldo in tasca, sempre con il sorriso sulle labbra, fanno i lavori più svariati sottraendo questo tempo al loro svago?

Di questi non si parla mai e purtroppo credo che questo sia un grande errore perché un domani potrebbero essere la nostra classe dirigente. 

Scusatemi per il tono, è stato un po' duro ma penso che sia giunto il momento, per il bene di questi giovani, di guardare le cose con duro realismo.

Giancarlo Russo
 
 
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