Io lombardo ho trovato a Napoli ospedali buoni e poi quella corsa per salvare un gattino

Io lombardo ho trovato a Napoli ospedali buoni e poi quella corsa per salvare un gattino
Venerdì 14 Settembre 2018, 19:30
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Caro Direttore,
sono un giornalista gardesano, da qualche  giorno a Napoli per assistere una parente colpita da un grave malore nel corso di una vacanza a Ischia. Al di là del plauso al personale medico dell’ospedale Rizzoli di Ischia e dell’UO Cardiologia del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, la cui competenza e disponibilità stanno supportando la mia famiglia in un momento di oggettiva difficoltà e disagio, vorrei segnalare con queste mie righe un piccolo esempio di umanità a cui ho assistito pochi giorni or sono, proprio presso l’ospedale puteolano.
Tornando verso la mia auto, al termine dell’orario di visita ai parenti, passando in corrispondenza della postazione del custode del parcheggio visitatori, ho avvertito distintamente provenire da un’automobile posteggiata a breve distanza il miagolio continuo e disperato di un gatto. Immaginando che potesse trattarsi di un animale domestico dimenticato dal suo padrone nell’abitacolo della vettura parcheggiata sotto il sole cocente, mi sono avvicinato, trovandomi di fronte ad una piccola utilitaria che riportava sul vetro del lunotto, impressa nella polvere, la seguente scritta: “C’è un gatto nel motore, non accendere!”. La stessa richiesta si trovava scritta su un foglietto appoggiato sul parabrezza, in compagnia di una bottiglietta di plastica vuota, lasciata probabilmente da qualcuno che aveva inteso alleviare la sofferenza dell’animale con un po’ d’acqua fatta scorrere tra le griglie del sistema d’areazione del vano motore. Interrogato sull’accaduto, il custode del parcheggio mi riferiva di essere al corrente della presenza dell’animale “incastrato all’interno del cofano della vettura”, avendone sentito il miagolio da almeno tre giorni. Lo stesso affermava poi di aver tentato inutilmente di liberare il micio, guardando sotto il veicolo. La giornata era particolarmente calda e, probabilmente, il povero animale non sarebbe sopravvissuto a lungo in quelle condizioni; per questo chiesi al custode di contattare le forze dell’ordine affinché intervenissero per aprire il cofano motore. Per tutta risposta questi mi chiese se avrei pagato io i danni alla macchina! Riuscendo a stento a reprimere qualche epiteto ingiurioso nei confronti dell’uomo, decisi allora di contattare personalmente la caserma locale dei vigili del fuoco, trovando immediata risposta e disponibilità da parte dell’operatore. Nel giro di pochi minuti i pompieri sono arrivati sul posto, hanno aperto la vettura (senza causare danni) e, finalmente, hanno liberato un bellissimo cucciolo di gatto, spaventatissimo. Ora il piccolo si trova, sano e salvo, accudito dal personale di uno studio veterinario, in compagnia di un altro gatto che i vigili del fuoco di Pozzuoli hanno salvato nella stessa giornata. Mi rendo conto che le gesta che distinguono gli operatori delle forze dell’ordine sono ben altre, devo però sottolineare che il senso di umanità che ho trovato in coloro che si sono impegnati anche “solo” per salvare una piccola vita animale, quella di un gattino randagio, merita grande rispetto e ammirazione. E’ un esempio di come le persone possano distinguersi fin dalle piccole cose e, ne sono sicuro, nel caso dei vigili del fuoco, compiere veri atti di eroismo quando in pericolo vi sono vite umane.
Un sentito grazie agli uomini del distaccamento Monteruscello dei VVFF di Pozzuoli, a loro dedico le foto che invio con questa mia lettera.
 
Gianluca Ginepro
Salò
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