Da Eugenio Bennato a Fausto Rossano l'arte incontra il sociale all'AvanPosto Numero Zero

Lo psichiatra e analista junghiano Fausto Rossano
Lo psichiatra e analista junghiano Fausto Rossano
di Donatella Trotta
Martedì 21 Febbraio 2017, 11:28
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Un concerto in versione totalmente acustica di Eugenio Bennato, che con il suo gruppo offrirà anche diversi inediti per l’occasione. L’omaggio a un indimenticato psichiatra e analista junghiano prematuramente scomparso nel 2012, Fausto Rossano, ultimo direttore sanitario dell’ex Ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi. E poi un succedersi, in scena, di opere e interpreti di un teatro di ricerca che interpella gli spettatori sul filo dell’intelligenza emotiva, scandagliando – spesso con dissacrante ironia – il nocciolo di buio dei rapporti tra individui e società in forte disagio di civiltà.

Tra collaborazioni eccellenti e anteprime di qualità, mantiene ciò che ha promesso il denso cartellone di AvanPosto Numero Zero, il nuovo spazio culturale fondato da Egidio Carbone nel centro storico di Napoli (al civico 55 di Via Sedile di Porto, traversa di via Mezzocannone alle spalle di piazza Borsa) e inaugurato da Rezza & Mastrella: luogo ibrido di aggregazione, sperimentazioni e contaminazioni artistiche nel segno dell’alchimia creativa. Ed è un febbraio di fuoco quello ospitato sotto le volte a botte del teatro underground, che sta diventando punto di riferimento per intellettuali nell’area universitaria, e non solo. Dopo l’ultimo avvincente spettacolo «Nevrotika vol. 1-2-3», scritto, diretto e interpretato dalla talentuosa Fabiana Fazio (in eccellente sintonia, lo scorso week-end, con le brave Valeria Frallicciardi e Giulia Musciacco, aiuto regia Angela Carrano), liberamente ispirato agli scritti dello psicologo e filosofo austriaco-statunitense Paul Watzlawick (Istruzioni per rendersi infelici) e dell'antropologo e psicologo cileno Claudio Naranjo (Carattere e nevrosi), seguito alla pièce «Versi proibiti»(adattamento teatrale de L’inferno della poesia napoletana a cura di Angelo Manna, con la regia di Giovanni Merano), la stagione entra così nel vivo con due nuovi significativi appuntamenti.

Il primo è venerdì 24 febbraio alle ore 21: Eugenio Bennato e la sua formazione sono protagonisti di un concerto acustico non privo di sorprese per gli appassionati della ricerca musicale del movimento Taranta Power, rivisitazione euro mediterranea di una tradizione fortemente identitaria ma minacciata dall’omologazione culturale. A Fausto Rossano, compianto testimone militante di un’altra psichiatria possibile, sono invece dedicati alcuni significativi momenti nell’ambito della terza edizione del Premio cinematografico «Fausto Rossano per il pieno diritto alla salute», dedicato alla memoria del grande medico e umanista napoletano: il debutto lunedì 27 febbraio alle ore 20, quando AvanPosto Numero Zero ospiterà la proiezione del docufilm «Sulla via dei Mille con  mio padre», opera del documentarista e sociologo visuale Marco Rossano, figlio dello psichiatra scomparso, che ne parlerà con Nelson Mauro Maldonato, psichiatra, docente di Psicopatologia Generale all’Università della Basilicata; con Fedele Maurano, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Napoli 1Centro e con Giovanni Villone, professore di Bioetica e Storia della Medicina all’Università del Molise. Al termine, amici e familiari ricorderanno la figura di Fausto Rossano.

Nel docufilm, Rossano jr racconta il viaggio di un figlio e di un padre (malato di Alzheimer) lungo l’itinerario percorso da Giuseppe Garibaldi nel 1861: espediente storico-marrativo per recuperare memorie non soltanto personali ma collettive, oltre che occasione per ripercorrere la vicenda umana e professionale di un uomo e di un medico, approfondendo gli avvenimenti che hanno portato alla “conquista” dell’Unità d’Italia. Si delinea così, nel racconto visivo che miscela differenti registri, un mosaico di memorie storiche e personali, sfondo di identità collettive e individuali.

Anteprima del Premio Rossano - caratterizzato in questa terza edizione da una formula itinerante in diversi luoghi della città: dall’AvanPosto Numero Zero al carcere di Poggioreale, dalla Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli all’Istituto Attilio Romanò di Miano fino al Multicinema Modernissimo, sede della serata finale – giovedì 23 febbraio alle ore 10.30, presso la sede dell’Università Telamatica Pegaso in Piazza Trieste e Trento 48 (Palazzo Zapata, Salone degli Specchi). In quell’occasione verrà presentato il documentario di Emergency «Open Heart», diretto da Kief Davidson e  candidato all’Oscar 2013. Con la partecipazione del direttore artistico di AvanPosto Numero Zero, Egidio Carbone, dopo la proiezione è previsto un dibattito con Roberto D’Avascio, Presidente Arci Movie Napoli, Giuseppe Fiordalisi, Coordinatore di Emergency Campania e Marco Rondinella, referente del Gruppo Emergency   Napoli. Alla presentazione intervengono Marco Rossano, che è anche Presidente dell’Associazione Premio Fausto Rossano; Paola Russo, analista   junghiana dell’Aipa (Associazione italiana Psicologia Analitica), Sergio D’Angelo, presidente del Gruppo di Imprese sociali Gesco, Fedele Maurano, direttore del Dipartimento Salute Mentale Asl Napoli 1 Centro ed Elisabetta Argenziano, Segretario Nazionale Federbiologi.  
      
Un’anima fortemente sociale segna così anche questa edizione del Premio Rossano: le cui attività proseguiranno mercoledì primo marzo e giovedì 2 marzo, con la visione delle 25 opere in concorso selezionate per il 2017 su temi di forte impatto come la salute dei bambini migranti, il cyberbullismo, le nuove forme di disagio giovanile, la salute nelle carceri. Argomenti analizzati da codici differenti: dal linguaggio della satira alla commedia nera, dal dramma all’animazione. Folta la presenza di italiani tra gli autori di cortometraggi e lungometraggi, come i tre film «Habitat» di Emiliano Dante  (sugli effetti del post-terremoto a L’Aquila), «In alto mare» di Gabriele Meloni e Marco Spanu (il viaggio del Mediterraneo di un gruppo di famiglie con figli affetti da autismo) e «Stato interessante» di Alessandra Bruno (i perché della mancanza di volontà delle donne di aver figli, causata dalle difficoltà della maternità nel nostro Paese). E accanto agli ulteriori contributi di giovani registi spagnoli, britanici, sloveni, portoghesi, statunitensi e del Myanmar, anche tre opere fuori concorso, frutto di ingegni made in Naples: si tratta di «Alters» di Marianna Adamo, de «Il peso sull’anima 7» di Mena Solipano e de «L’atto folle del Signor T.» di Pasquale Cangiano e Luigi Gregorio.

Sarà poi la giuria di esperti, presieduta dalla giornalista del “Mattino” Titta Fiore (e composta da Sergio Brancato, docente di Sociologia del Cinema all’università di Napoli Federico II, dal regista Carlo Cerciello, da Assunta Maglione, psichiatra del’Asl Napoli1 Centro, da Francesco Pinto, direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli e da Roberto D’Avascio, presidente dell’Arci Movie di Napoli) a decretare i vincitori. Testimoni di un impegno artistico coniugato con il sociale.
         
 
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