Roy Boardman: «Tra lingua e cultura, così il St. Peter's cambia casa a Napoli»

Roy Boardman
Roy Boardman
di Donatella Trotta
Venerdì 23 Settembre 2016, 12:06
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Il St. Peter’s Language Centre di Napoli cambia casa. E si trasferisce in uno spazio strategico della città (via Vittoria Colonna, al civico 14): una nuova sede centrale ampia, luminosa e attrezzata che sarà inaugurata con un open day per ragazzi e adulti in programma domani (sabato 24 settembre, dalle ore 17 con interventi, tra gli altri, del professor Roy Boardman e dell’anglista Georgia Forte). Così - alla faccia della Brexit – l’istituto linguistico-culturale inglese punta a consolidare ed ampliare la sua “mission” di comunità al di là della classe («Community beyond classrom»), per consolidare il legame tra la lingua e le culture inglesi e il Mezzogiorno d’Italia. Ovvero, «quelle relazioni culturali che hanno caratterizzato da sempre, malgrado tutto, i rapporti tra l’ex capitale del Regno delle sue Sicilie e il Regno Unito»: lo spiega il Direttore creativo del St. Peter’s, il londinese Roy Boardman, appassionato didatta e saggista anglonapoletano (di adozione), notissimo e caro ad almeno un paio di generazioni per essere stato, fra il resto, vulcanico direttore e responsabile regionale dell’Italia meridionale del British Council dal 1975 al 1995, oltre che “storico” e innovativo docente e formatore di insegnanti anche in altre istituzioni accademiche della città. «L’aggettivo creativo – precisa Boardman – allude al processo attivo insito in ogni aspetto della cultura e della formazione, che non sono mai inerti e passivi ma dialoganti, e in perenne movimento».
 
Dal 1997, Boardman ha fondato con Caterina Liotto (ora attuale proconsole onorario della Gran Bretagna) il Centro St Peter’s, il cui logo raffigura due chiavi intrecciate: «Simbolo - dice Boardman -  del necessario intreccio tra lingua e culture, senza il quale non si può comprendere una civiltà nel suo complesso né sviluppare una conoscenza amichevole, profonda e duratura tra popolazioni diverse». Ma serviva uno spazio adeguato. Di qui l’impegno del gruppo di management dell’istituzione, tutto al femminile: Luisa Leonzio, Lydia Paternoster, Fiorella Liberti e Laura Guerriero, che dalla Riviera di Chiaia attraverso via Crispi è approdato nella prestigiosa sede di Via Vittoria Colonna, con il coordinamento della giovane e dinamica Director of Studies (Dos) Georgia Forte. E di qui l’idea di andare sempre più “oltre” l’acquisizione tecnica della lingua straniera, peraltro divenuta esperanto della contemporaneità, lingua franca delle professioni non soltanto scientifiche e codice linguistico dell’informatica, delle tecnologie e della comunicazione internazionale tout court. In che modo? Offrendo non solo corsi e servizi (in e off-site: anche con progetti nelle scuole pubbliche, istituti, università e aziende del territorio, garantiti da una trentina di docenti specializzati), percorsi individuali e collettivi, per bambini dai sei anni e adulti, cicli di conversazione e di Business English, preparazione ed esami certificati (Cambridge Esol, Trinity College Gese e Ise, Toefl, Ielts, Bec); ma proponendo pure, parallelamente, un programma di culturale di approfondimento e aggregazione sociale aperto alla città, per mettere a fuoco aspetti significativi della letteratura, dell’arte e della musica made in Great Britain.
 
Lo anticipa al “Mattino” Roy Boardman, autorevole e pluripremiato decano della comunità britannica a Napoli: città «storicamente foreigner’s friendly», sorride lo studioso. Innanzitutto, dice, «cercheremo di consolidare il rapporto già avviato con le istituzioni e la cultura locali, italiane e napoletane; poi, calendarizzeremo incontri culturali aperti a tutti, con il coinvolgimento di autorevoli anglisti, intellettuali e artisti come Stefano Manferlotti, Annamaria Lamarra e Fergal Kavanagh, che ci farà addentrare nel mondo della canzone inglese. L’obiettivo è fondere il piacere della cultura con lo sforzo dell’apprendimento di una lingua straniera». Si partirà, in ottobre, con una conferenza di Manferlotti per i 400 anni della morte del grande Bardo, William Shakespeare, di cui il celebre anglista napoletano è riconosciuto specialista; poi sarà la volta delle “voci” dei poeti inglesi, irlandesi, gallesi del ‘900 e viventi (Dylan Thomas, Louis McNeice, Seamus Heaney, W.H. Auden) «con un lavoro di ascolto del suono della loro poesia dalla loro viva voce, fondamentale per assaporarne meglio l’opera», aggiunge Boardman. Ancora, spazio anche per il centenario di Roald Dahl, entro fine anno, per le poesie di Charlotte Bronte e per la pittura di L.S. Lowry, con un approccio «interattivo, per entrare nelle opere come in una “second life” e offrire così un feed back diverso da un semplice commento calato dall’alto», conclude Boardman. La parola d'ordine è: partecipazione.  Info: www.scuolastpeters.com, e-mail: st_peters@inwind.it. 
 
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