Tra teatro e musica, cinema e poesia parte la prima edizione di «AirotStartArt»

La compagnia teatrale I Bravi Ragazzi
La compagnia teatrale I Bravi Ragazzi
di Donatella Trotta
Mercoledì 14 Settembre 2016, 23:42
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Un piccolo e metamorfico spazio teatrale che diventa incubatore di storie, laboratorio per apprendisti (e professionisti) della scena, luogo di aggregazione umana e culturale, cantiere di idee e progetti. E ora, anche startup per piccole compagnie in crescita. Si chiama infatti «AirotStartArt» la prima edizione della rassegna-anticipo della stagione teatrale e talent scouting dei Quartieri Airots di Napoli (via Carlo De Cesare 9: lo spazio ha solo 30 posti, consigliabile la prenotazione allo 081 18498998-3491735084 o via e-mail: info@airots.it), che da venerdì 16 settembre, fino al 2 ottobre, ospiterà, nella sede dell’Associazione culturale Airots gestita da Giuliana Pisano e Salvatore D’Onofrio, tre spettacoli in altrettanti fine settimana di settembre.

Tre appuntamenti caratterizzati da differenti approcci alla magia dell’arte teatrale, un'arte che il drammaturgo francese Joël Jouanneau così sintetizza: «Scrivere, è annerire una pagina bianca; fare teatro, è illuminare una scatola nera». Ma soprattutto, chiariscono i promotori, tre “occasioni”, per «far conoscere giovani professionisti, con la volontà di sostenerne i progetti artistici innovativi, ospitando e dando voce a nuove generazioni di attori e autori», sottolinea la regista Giuliana Pisano, appassionata direttrice artistica di Airots (parola che, al contrario, si legge appunto “storia”). Una donna di teatro e didatta a tutto tondo, la Pisano, che dopo aver firmato la sua prima regia nel 1994, mettendo in scena «Il Contratto» di Mrozec, è stata per anni, fra il resto, aiuto-regista di Renato Carpentieri, curando anche la regia di testi di Dacia Maraini, Italo Svevo, Bertolt Brecht e scrivendo proprie drammaturgie come «Sette piani 7», «Rebecca-Il mistero di Manderly», «Una magia mi ha portato qui», «Dora Pais Show», «Il Grande Dan».

Pisano è affiancata, nel suo impegno teatrale e didattico (da anni tiene corsi per adulti e bambini), dall’attore Salvatore D’Onofrio, presidente di Airots, che ha lavorato a lungo a Napoli con LiberaScenaEnsenble, interpretando poi ruoli da protagonista a teatro («Cani di bancata», «Verso Medea» e «Io, Nessuno e Polifemo» di Emma Dante, «Dora Pais Show» e «Il Grande Dan» di Giuliana Pisano, e «Se non ci sono altre domande» di Paolo Virzì) e prestando il suo volto anche al cinema (in «Certi bambini» dei fratelli Frazzi, «Il divo» di Paolo Sorrentino, «Fortapàsc» di Marco Risi, «I Milionari» di Alessandro Piva). Insieme, hanno non a caso dato vita anche alla piccola compagnia Airots, con l’attrice Sara Bucataru e l’attore, tecnico e scenografo Emanuele Fois.

Ora, un nuovo passo: le tre performance di «AirotsStartArt» che propongono l’intreccio tra cinema, musica e arte drammaturgica; un teatro più “classico” riscritto da giovanissimi autori e attori; e infine, le parole di Dante in scena, dopo aver incasasto un boom di contatti in una singolare rilettura sul web. Ma vediamo in dettaglio gli appuntamenti della rassegna: si parte venerdì 16 settembre (ore 21) con l’unica rappresentazione di «Le Petit Cinéma», di e con Giovanni Circelli, accompagnato dalla fisarmonica di Luca De Prisco. Uno spettacolo che porta a teatro cinema e musica in un personale percorso tra il grottesco e il surreale. Si tratta - spiegano le note di regia - di una retrospettiva di video muti dall’impronta neorealista, girati da Giovanni Circelli, con protagoniste persone comuni, sostenute dalla musica improvvisata dalla fisarmonica di Luca De Prisco, mentre un attore in scena (lo stesso Circelli), agendo come silenzioso personaggio, ne accompagna la visione. «Nei miei filmati – racconta Giovanni Circelli - i personaggi che ho scelto, trovati in strada sono pescivendoli, operai, bidelli, senza fissa dimora, pescatori e rappresentano un’umanità in un certo senso, non costruita: ognuno di loro, ha mostrato un volto “vero”, spontaneo, che raggiunge note grottesche, surreali. Diventano vere e proprie maschere, una dimensione che ci riporta al teatro. In questo senso nel mio Pétit Cinema, le immagini accompagnate, come in un vecchio film muto, da musica dal vivo, fanno riferimento al teatro. L’attore in scena, una sorta di osservatore della proiezione, chiude in qualche modo il cerchio di una forma d’arte completa». 

Secondo appuntamento da venerdì 23 a domenica 25 settembre (ore 21, la domenica ore 18) con la giovane compagnia i Bravi Ragazzi, che porta in scena «Due x Due». Si tratta di due atti unici, che fanno riferimento alla tradizione napoletana: «Non più», «Mai cchiù» e «’O presebbio», scritti a quattro mani da Giuseppe Di Gennaro e Luca Lombardi. L’intento - si legge nelle note dello spettacolo - è denunciare l’ipocrisia umana raccontando una anomala quotidianità di una famiglia o giocando sul paradosso dei personaggi del presepe che si ritrovano in Paradiso. La giovane compagnia I bravi Ragazzi, che con questo lavoro si cimenta in una seconda prova personale, è nata infatti nel 2015 dalla volontà di quattro ragazzi attori che si sono incontrati durante i corsi all’accademia delle arti teatrali del Teatro Totò, e si inserisce in un progetto che - spiegano - «intende creare un vero e proprio movimento culturale». In scena i giovani attori Flavia Carenne, Giuseppe Di Gennaro, Gian Ferraiolo, Roberto Fiorentino, Luca Lombardi, Emiliano Parentato (nella foto).

A chiudere la programmazione della prima edizione di AirotStartArt, da venerdì 30 settembre al 2 ottobre (ore 21, domenica ore 18) va in scena Dante. O meglio, «Amor, ch’a nullo amato amar perdona», con Manlio Marano: un percorso tra il virtuale e il reale. Spinto dalla sua passione per il Sommo Poeta, Manlio Marano ha infatti creato una pagina Facebook, la Divina Commedia Online, dove, ispirato dall’idea che Dante e la Divina Commedia siano patrimonio del mondo intero, ha pubblicato alcuni video in cui i Canti del poema vengono da lui interpretati in diverse città del mondo. E se un attore consumato come Roberto Benigni, che ha più volte trascinato le folle declamando il grande Padre Dante, ha un’audience con la quale non si può certo competere, l’esperimento di Marano ha tuttavia registrato un discreto e significativo successo da 80mila like. Quanto basta per indurlo ora, dopo l’esperienza sul web, a cimentarsi in scena raccontando, stavolta dal vivo, uno dei canti più famosi della Divina Commedia, quello dei Lussuriosi, nella cui eterna poesia si racchiude la struggente storia d’amore tra Paolo e Francesca. Supportato, forse, da una convinzione di Federico Garcìa Lorca, per il quale «Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana».
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