Meurisse e Dorvillier, arti in dialogo contro la violenza del terrore

Meurisse e Dorvillier, arti in dialogo contro la violenza del terrore
di Donatella Trotta
Lunedì 20 Novembre 2017, 09:07
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Si può fare arte dopo aver attraversato l’orrore del terrorismo sanguinario? E come? A capovolgere la dialettica negativa della celebre sentenza di Theodor W. Adorno sulla Shoah («Dopo Auschwitz, nessuna poesia, nessuna forma d’arte, nessuna affermazione creatrice è più possibile») sono due donne - la disegnatrice francese Catherine Meurisse e la coreografa franco-americana DD Dorvillier -  coinvolte ora in un originale progetto nelle mediateche degli istituti francesi di Firenze e di Napoli, dove mercoledì 22 (a Firenze, in piazza Ognissanti 2) e giovedì 24 novembre a Napoli (alle 18.30, nella sede del Grenoble in via Crispi 86) le due artiste daranno vita alla performance «Vois-tu celle-là qui s’enfuit/Vedi quella lì che scappa».
 
Lo spettacolo è un’azione scenica che attraverso le due protagoniste intreccia disegni, scrittura e danza, mito e attualità, creatività e Storia in un’unica narr/azione: raccontando così una storia in cui l’arte viene utilizzata come filtro prezioso per superare la violenza e la morte, alle quali la disegnatrice Catherine Meurisse, che lavora nella redazione di «Charlie Hebdo», è sopravvissuta per caso, arrivando in ritardo il giorno di quel maledetto gennaio di due anni fa in cui gli islamisti massacrarono a Parigi 12 persone. Con lei, la coreografa Dorvillier, la cui ultima pièce Extra Shapes è stata presentata al Centre Pompidou quest’anno. Due donne, due artiste straniere che si sono incontrate la prima volta proprio in Italia: nel 2015, a Roma, nell’Accademia di Francia in Villa Medici dove l’empatia ha fatto sprigionare passioni comuni generative dell’iniziativa, che rientra nel progetto «Bibliothèques vivantes», promosso dall’Institut Français di Parigi per realizzare performance e istallazioni partecipative a metà tra lo spettacolo dal vivo e l’universo dei libri.

«Con questa nuova e affascinante iniziativa - afferma il Console generale di Francia a Napoli Jean-Paul Seytre - prosegue la stagione di eventi dell’Istituto, che ha l’obiettivo di valorizzare e diffondere in città la vivacità della scena artistica francese attraverso esperienze inedite. “Bibliothèques vivantes” vuole infatti coinvolgere il pubblico in quei luoghi naturalmente destinati allo sviluppo e alla condivisione del pensiero come le biblioteche, in un modo moderno e accattivante. Vois-tu celle-là qui s’enfuit è uno spettacolo di due artiste straordinarie che sarà messo in scena proprio presso la nostra Médiathèque, da sempre forte punto di riferimento della cultura francese per la città di Napoli».
 
Lo spettacolo che andrà in scena a Firenze e a Napoli è nato, dopo l’incontro romano, dalla condivisione delle due artiste del fascino e dell’interesse per una serie di statue della Villa Medici, le Niobidi, rappresentazione di figure in fuga. Nella mitologia greca, Niobe sposò Anfione, re di Tebe, da cui ebbe sette figli e sette figlie. Niobe ne era così orgogliosa che osò burlarsi della dea Latona, che aveva avuto solo due figli, i gemelli Apollo e Artemide. Latona allora incaricò i suoi figli di vendicare l'offesa, ed essi, con le loro frecce, uccisero i figli di Niobe: scena che ha ispirato le sculture di Balthus (1908-2001) nei giardini di Villa Medici. E che ora rivivrà anche nei disegni e nei movimenti di Catherine Meurisse e DD Dorvillier.

E se DD attraverserà lo spazio ripetendo con il suo corpo in movimento le forme delle sculture, la sua danza interagirà con le immagini dei disegni realizzati di volta in volta da Catherine, proiettate in tempo reale in un video alle sue spalle, con le musiche registrate dei compositori americani Zeena Parkins e Seth Cluett. Saranno dunque due i soggetti in scena che dialogheranno: da una parte DD Dorvillier, con le sue coreografie, e dall’altra la memoria della disegnatrice, che prenderà vita con penne, inchiostro, carta e acqua per esorcizzare definitivamente la banalità del male che ha devastato la sua vita, dopo il ritorno al disegno e alla ricerca della bellezza nonostante tutto, testimoniata dall’artista con un suo toccante album del 2016, La leggerezza. «L’arte è una mediazione, un filtro che permette di affrontare la violenza e la morte» spiega Catherine Meurisse: «Per cui, mi affido agli artisti in cui ho assoluta fiducia. Sono coloro che mi aiutano a capire il mondo. E lavorando con DD sulle statue [le Niobidi di Villa Medici] ho rotto l’incantesimo che mi ha imprigionato», aggiunge.
 
«Vois-tu celle-là qui s’enfuit/Vedi quella lì che scappa» è una performance che riguarda il movimento e la pittura, ma è anche – spiegano i promotori del progetto - una riflessione sulla riproduzione e sul modo di fare arte, sulla comprensione di ciò che si vede usando il proprio corpo, come ci si sente osservando le cose. Durante il suo soggiorno romano, la coreografa DD Dorvillier ha contemplato a lungo queste statue, prendendone le posizioni, tatuando nel suo corpo le tensioni e contrazioni nervose di questi esseri umani in corsa, già catturati dal loro omicida. La sensibilità dell’artista è entrata in sintonia con la tragedia del mito. La disegnatrice Catherine Meurisse, una delle sopravvissute del massacro di Charlie Hebdo, ha dovuto lavorare invece sul fronte opposto, cercando di dimenticare o lasciarsi quantomeno alle spalle il tragico evento, circondandosi di bellezza rigenerante e affidandosi all’arte.
 
L’esito è una conversazione sull’arte ed il movimento, sulle modalità del disegno, della danza e della scrittura. Sul palco questa volta, i corpi troncati, storti e contorti emergono dal vivo da enormi fogli di carta in dialogo con le pose della coreografa. Il progetto si inscrive nell’ambito del festival francese Concordan(s), creato dal suo direttore Jean- François Munnier con l’intento di mettere in relazione uno scrittore con una coreografa, ed è nato in seno alla rassegna “La Francia in Scena 2017”:  più di 150 date in 30 città italiane per 6 mesi, da maggio a novembre, per ospitare tutta la vitalità, la varietà e il dinamismo del mondo non soltanto artistico francese contemporaneo.
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