Alla scoperta della Lingua italiana dei segni, al Suor Orsola lezioni di LIS

Alla scoperta della Lingua italiana dei segni, al Suor Orsola lezioni di LIS
di Donatella Trotta
Mercoledì 11 Maggio 2016, 23:03 - Ultimo agg. 10 Giugno, 15:42
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Rita Mazza, attrice di origini torinesi e residenza berlinese, si autodefinisce una "segnante nativa": è nata infatti sorda da una famiglia di sordi. Un po' come nella «famiglia Bélier» dell'omonimo, bellissimo film francese diretto nel 2014 da Eric Lartigau. Ma lei non si considera affatto "figlia di un dio minore", anzi. Considerata la Marlee Matlin d'Italia (sua collega americana sorda dall'età di 18 mesi e interprete dello struggente film del 1986 diretto da Randa Haines, dall'opera teatrale di Mark Medoff «Children of a lesser God», del 1980), ha scelto di non usare il labiale né la voce. Proprio per diffondere di più - anche tra gli udenti - la propria lingua, la LIS. Esattamente come avviene con tante lingue straniere. Ma se la Lingua italiana dei segni ha ottenuto un piccolo spazio nel servizio pubblico televisivo, con il Tg3 pomeridiano, o in manifestazioni attente all'inclusività di questa diversabilità, non si può certo dire che la LIS sia diffusa, da noi, come - che so - l'inglese. Magari, con tanto di compagnie teatrali bilingue: come avviene ad esempio all'estero, dove non a caso Rita Mazza ha scelto di vivere.

Giunge perciò più che opportuna l'iniziativa dell'Università Suor Orsola Benincasa di dedicare un nuovo ciclo di incontri alla scoperta delle caratteristiche semiotiche, delle implicazioni psicologiche e dei problemi normativi legati alla Lingua italiana dei segni. Da domani, ogni giovedì (fino al 26 maggio) alle ore 14.30, l’aula Leopardi dell’Università Suor Orsola Benincasa ospiterà infatti la quarta edizione del «Laboratorio di introduzione alla Lis  e alle culture sorde», meritorio progetto didattico e culturale della Facoltà di Lettere dell’Ateneo napoletano rivolto non soltanto agli studenti dei corsi di laurea universitari (lingue, scienze dell’educazione, psicologia, scienze della formazione) ma anche aperta liberamente a tutti coloro che nutrono curiosità intellettuale e interesse culturale nei confronti delle tematiche connesse alle lingue dei segni e in particolare alla LIS, la Lingua dei segni italiana.

«L’obiettivo della nostra iniziativa - spiega Antonio Perri, docente di Linguistica generale all’Università Suor Orsola Benincasa e coordinatore scientifico del progetto LIS - è quello di far scoprire a tutti i peculiari sistemi di comunicazione della LIS ma anche di aprire una riflessione più profonda sui diversi aspetti e problemi relativi alla cultura sorda e alla comunità dei sordi italiani, nonché alle opportunità professionali, formative e di ricerca che questo campo di studi ha già mostrato di poter offrire, soprattutto in ambito internazionale». L’Italia sconta infatti «un grave ritardo culturale», aggiunge  Perri confermando, così, l'esempio concreto dell'attrice citata in apertura, «perché - spiega - non ha ancora garantito un riconoscimento giuridico ufficiale alla Lis: non ha, cioè,  avviato a livello istituzionale quel processo di normazione e costituzione di uno standard nazionale che dovrebbe rappresentare il logico esito di qualunque politica volta alla salvaguardia e alla tutela di una minoranza linguistica, quale è indubbiamente la comunità sorda italiana sul territorio nazionale».

Già. Per queste ragioni  l’Università Suor Orsola Benincasa, in collaborazione con la Scuola CounseLis di Napoli diretta da Valeria Buonomo (che garantisce il servizio di interpretariato in Lis e italiano vocale in occasione di ogni incontro), ha scelto di radunare a Napoli esperti di vari ambiti, dalla comunicazione sociale alla psicologia, sia udenti sia sordi. Lo scopo? Generare un confronto che possa creare le basi anche per nuove proposte e ulteriori progetti innovativi. La lezione di apertura sarà tenuta, domani, proprio da Antonio Perri, con una riflessione introduttiva sulla storia e le caratteristiche semiotiche delle lingue segnate; successivamente, lo studio della LIS verrà affrontato da diverse prospettive. Giovedì 12 maggio si analizzerà la metodologia di insegnamento della LIS con Valeria Buonomo; la settimana successiva, sarà la volta del riconoscimento normativo con l’intervento di Tiziana Gulli, attivista del movimento LISSubito!

Non solo. La quarta edizione del ciclo di incontri "alla scoperta della LIS" ospita quest’anno anche la presentazione di alcune rilevanti ricerche. Anticipata, la scorsa settimana, da un focus speciale sul “Benessere psicologico delle persone sorde”, ricerca realizzata dalle psicologhe Victoria Caricato, Valentina Colozza e Marta Ramosino della Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, che raccoglie una batteria di test psicodiagnostici in Lingua dei Segni italiana, e fronteggia la condizione di sordità con un approccio che prende le distanze da una forzata medicalizzazione, volta a considerarla una disabilità da curare anziché un'altra condizione di espressione nel silenzio. Ricerca che costituisce anche uno dei primi esperimenti in Italia che, oltre a indagare varie dimensioni psichiche e sociali connesse al vissuto delle persone sorde (come l'amicizia, il benessere, la qualità di vita, la solitudine e l'orientamento sessuale) propone pure diversi test “carta e matita” di uso comune,tradotti e interpretati in Lis.

Viene in mente la straordinaria esperienza bolognese della Fondazione Gualandi a favore dei sordi, proseguimento dell'intuizione di un giovane sacerdote bolognese, don Giuseppe Gualandi, già diplomato all'Accademia di Belle Arti e laureato in teologia e diritto, che a 23 anni, nel 1849, creò l'Istituto Gualandi per sordomuti e sordomute accogliendo bambine, bambini e ragazzi sordi da tutta Italia i quali riuscirono così a completare un cammino di formazione e inserimento sociale e lavorativo.

A Napoli, il ciclo di incontri conoscitivi su questo ricchissimo e inesplorato mondo di intelligenza emotiva ed espressività sensoriale e corporea, non tradizionalmente e meramente verbale, si chiuderà il 26 maggio con l’intervento di due ricercatori sordi dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, Alessio Di Renzo e Susanna Ricci Bitti, che affronteranno due fra gli orientamenti di ricerca più stimolanti e promettenti nello studio delle lingue segnate. Alessio Di Renzo proporrà una documentata rassegna sulla ricerca di categorie descrittive pertinenti che possano costituire un valido modello di analisi linguistica del segnato, nonché la base di partenza dalla quale elaborare e promuovere un sistema di trascrizione ad hoc come il Sign Writing, che contribuirebbe a rafforzare lo status della Lis. Susanna Ricci Bitti svilupperà, invece, una riflessione critica sulla storia dei sordi, che diviene oggetto di un’accurata ricostruzione volta a recuperare, a partire da documenti prodotti dalla cultura udente egemonica, tracce del vissuto e della reale condizione esistenziale di questa comunità troppo a lungo invisibile, negata e marginalizzata. Testimone silenziosa, ma eloquente, che la differenza non è affatto una sottrazione. Anzi.







  

 
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