Tristano di Robilant e Josè
Angelino per il «via» di Intragallery

Tristano di Robilant e Josè Angelino per il «via» di Intragallery
di Cristina Cennamo
Giovedì 5 Ottobre 2017, 18:34
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Doppia persona da Intragallery sabato mattina a partire dalle 11.30 per l’apertura della stagione espositiva 2017 / 2018. A dare il via al ciclo di iniziative previste saranno infatti Josè Angelino e Tristano di Robilant, quest'ultimo alla sua seconda volta nella galleria di Chiaia. 
Dopo il successo ottenuto dalla prima personale nel dicembre 2015, e successivamente al suo impegno per la mostra tenutasi tra dicembre del 2016 e aprile 2017 al  "Museum of Contemporary Art San Diego”, la galleria ha chiesto al di Robilant di immaginarsi in un ideale dialogo con un altro artista, a lui affine, e da lui prescelto.
Così Tristano ha invitato Josè Angelino, classe ’77, a intessere con lui uno stimolante confronto intergenerazionale tra le loro opere e le loro visioni.
In mostra saranno presentate le sculture in vetro di entrambi gli artisti.
Le sculture in vetro di Tristano di Robilant, con le loro irregolari e movimentate superfici, hanno un soffio di incompiutezza e casualità, dalle forme quasi liquide, apparentemente semplici ma non classificabili. La stretta collaborazione con artigiani e con i maestri vetrai di Murano è fondamentale: sono loro che riportano nella materia le sue idee trasformandole  in opere di una bellezza maestosa e ancestrale.
Le sculture di Josè Angelino sono invece costituite da scatole di vetro e ampolle, ove l’artista, dopo avervi creato un vuoto assoluto all’interno, immette gas Argon. La ricerca si fonda quindi sul binomio arte-scienza, creando un nuovo linguaggio, derivato dalle materie più leggere e da profondi saperi, quali  la fisica, la filosofia e l’astronomia: partendo dall’analisi di quelle dinamiche naturali che si manifestano nello sviluppo di un evento, ne evidenzia preferenzialità ed organizzazioni, realizzando così uno strumento di indagine sull’indefinita linea di confine tra la necessità di accadere e l’adattamento all’ambiente.
Ad accomunare i due artisti è la tensione creativa, il sentire poetico verso la leggerezza e l’impossibilità di osservare linee di confine che siano realmente nette, attraversando tutti gli apparenti confini legati alla fragilità della materia, per poi disvelarli nella loro realtà, esili limiti che non vincolano le loro visioni.
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