Icons, l’umanità di Steve McCurry in mostra a Campobasso

Icons, l’umanità di Steve McCurry in mostra a Campobasso
Sabato 19 Gennaio 2019, 20:37
3 Minuti di Lettura
Una straordinaria mostra, cento immagini di grande impatto emotivo che hanno girato il mondo e che il mondo riconosce; il talento e la profondità in ogni particolare, la poesia e la guerra insieme, gli sguardi di disperazione, le lacrime, i sorrisi dei bambini. È la mostra “Icons” di SteveMcCurry, in esposizione a Campobasso, palazzo Gil, dal 26 gennaio al 28 aprile 2019. Una mostra particolarmente attesa dopo la partecipazione di Steve McCurry alla kermesse “Art festival Poietika”, nello scorso mese di settembre. Entrare nell’esposizione significa attraversare le frontiere e conoscere da vicino un mondo complesso, in profonda trasformazione.

La mostra inizia, infatti, con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. Concepita da Steve McCurry e dalla curatrice Biba Giachetti come un concentrato di tutto il suo percorso di fotografo e umanista, nata per volontà di un principe contemporaneo, Alberto di Monaco, la rassegna è stata ospite di manieri e fortezze in Italia ed all’estero, fino a conquistare il Molise e rendere il capoluogo di una delle regioni più piccole d’Italia il centro del mondo. “Icons” si presenta volutamente come un percorso fluido, non scandito da sequenze obbligate, in grado di lasciare il visitatore libero di muoversi tra immagini che raccontano luoghi e tempi diversi. La selezione, che sarà allestita aCampobasso, racchiude in cento scatti il grande viaggio nell’umanità che McCurry ha intrapreso quasi 40 anni fa e include tutte le immagini da lui più amate, di cui vengono svelate storie e particolari in un catalogo a corredo esclusivo della mostra. Tra i volti esposti anche l’icona assoluta, SharbatGula, la bambina afgana. È la più nota delle fotografie, generazioni di persone continuano ad esserne stregati, lo stesso National Geographic ha girato un film sulla storia di McCurry e della ragazza, come supremo tributo ad un’immagine di una profondità calamitica.

“Ho capito subito – spiega McCurry - che era un ritratto importante per la profondità del suo sguardo, che raccontava tutta la tristezza della condizione del popolo afgano costretto a vivere nelle tende di questi campi profughi. Non ho impiegato più di una manciata di secondi a fotografarla: lei guardava il mio obiettivo in modo curioso, era la prima volta che era fotografata, la prima volta che vedeva una macchina fotografica. E dopo uno o due minuti è scappata via. Sparita! Ed è così che ho scattato probabilmente la più importante fotografia della mia vita”. “Icons” è una vera e propria retrospettiva che raccoglie l’insieme e forse il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini. Con le foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una dimensione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi di dolore, curiosità, fierezza, dignità.  
© RIPRODUZIONE RISERVATA