Capodimonte punta sul contemporaneo

Capodimonte punta sul contemporaneo
di Gaty Sepe
Giovedì 14 Luglio 2016, 09:44 - Ultimo agg. 15 Luglio, 18:05
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Capodimonte riparte dal contemporaneo, anche grazie al Madre. Potrebbe essere firmato presto un accordo tra le due strutture per lavorare in sinergia, proprio sullo sviluppo dell'arte contemporanea, attraverso coproduzioni, mostre di artisti che potrebbero coinvolgere entrambi i musei - il nucleo espositivo nel Palazzo di Donnaregina, altre opere nella Reggia Borbonica - eventi dedicati alla fotografia. E non è un caso che alla presentazione della riapertura della sezione contemporanea intitolata a Graziella Lonardi Bontempo, oggi alle 18 a Capodimonte, parteciperanno anche il direttore del museo del centro storico Luigi Viliani e il presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Pierpaolo Forte. D'altronde è stato proprio Viliani, recentemente, ad accompagnare in visita a Capodimonte Matthew Barney, il poliedrico artista americano che è rimasto incantato dalla collezione e dalla bellezza del Bosco. «Ritengo la sezione del contemporaneo una parte strutturale e fondamentale del museo, in dialogo con le altre opere presenti e il parco», dice il direttore Sylvain Bellenger, che ha voluto che la sezione contemporanea, prima aperta saltuariamente soltanto su richiesta dei visitatori, poi chiusa da ottobre 2015 per alcune infiltrazioni d'acqua nel soffitto, sia da domani regolarmente aperta al pubblico dalle 8,30 alle 19,30.
La festa per il ritorno del contemporaneo avrà ospiti d'onore, oltre al già annunciato Io e Zeus di Cy Twombly, anche Senza titolo di Gary Hill. Il videoartista californiano, vincitore del Premio per la Scultura Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 1995, ha iniziato la sua carriera come scultore creando opere in fil di ferro nelle quali sono evidenti le influenze di Alberto Giacometti e Germaine Richier. A questo ciclo di opere, strutture complesse in cui sono racchiuse figure di uomini ed animali, appartiene appunto Senza titolo, un parallelepipedo che si protende verso all'alto, realizzata alla fine degli anni Sessanta, in esposizione da oggi a Capodimonte.

Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Breughel, e naturalmente Caravaggio, e Burri, Buren, Fabro, Kiefer, Kosuth, Kounellis, Pistoletto, e naturalmente Warhol. Capodimonte è l'unico museo di arte antica in Italia con una sezione dedicata al contemporaneo che rappresenta anche il primo spazio permanente realizzato a Napoli nel 1996, quasi dieci anni prima dell'apertura del Madre (2005). La Reggia dei Borbone è stato il primo museo di arte antica ad aprire al contemporaneo nel 1978 quando, sovrintendente Raffaello Causa, ospitò la personale di Alberto Burri, e a costruire negli anni una collezione unica, ricca non soltanto grazie alle opere donate, acquisite o realizzate ed ispirate dal luogo e dalla città, ma anche grazie all'interesse di Nicola Spinosa, Mariella Utili e Angela Tecce, e alla sensibilità e alla passione di tanti galleristi privati tra cui Lucio Amelio e soprattutto Graziella Lonardi Buontempo, fondatrice degli Incontri Internazionali d'arte, il cui testimone è passato alla nipote Graziella che parteciperà alla riapertura di oggi.

Il primo passo di questo percorso è, dunque, il Grande Cretto Nero di Burri che, proprio in occasione della riapertura, è stato oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria da parte della squadra di restauratori diretta da Marina Santucci, così come In ascolto (Stanza dello Spettatore) 2005, di Giulio Paolini, Terra della Pace, 19990-1991, di Luigi Mainolfi. Onda d'urto, 1987 di Mario Mertz,  Indizi-opera in situ, 1987-1997 di Daniele Buren,  e lo spazio White bands in a black room, ideato e realizzato a Capodimonte nel 2002 da Sol Lewitt.

Riallacciare e rinforzare quel legame tra antico e contemporaneo, tra passato e presente è, dunque, uno degli obiettivi su cui punta Sylvain Bellenger, per riportare gente al Museo, la seconda pinacoteca d'Italia visitata purtroppo ormai soltanto da 140mila persone l'anno. La riapertura della collezione permanente - alla quale sarà possibile accedere anche utilizzando la nuova artecard che consente di vedere l'arte contemporanea da Napoli a Caserta - è il primo passo. Il prossimo sarà la firma dell'accordo di collaborazione con il Madre che permetterà a Capodimonte di «fare rete», creando un dialogo tra eccellenze e un rapporto di scambi, così come già accaduto per altri musei resi strutture autonome dalla riforma Franceschini. Il progetto di rilancio per il Museo ed il Parco presentato dal nuovo direttore Bellenger è stato finanziato con 30 milioni - la somma più consistente, insieme a quella destinata alla Reggia di Caserta - deliberata dal Cipe tra le stutture della Campania.
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