La vita del «buon maestro» Brassens
il cantore degli ultimi in trenta tavole

La vita del «buon maestro» Brassens il cantore degli ultimi in trenta tavole
di Ciro Manzolillo
Martedì 25 Ottobre 2016, 10:25
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I momenti della giovinezza nella sua città natale, Sète, mentre già sognava Parigi... Gli scatti in posa con la mamma Elvira, la sorella Simone e i nonni lucani, Michele e Maria Augusta... I concerti nei migliori teatri parigini... I momenti con la sua compagna che non sposò mai... E poi, l'incontro con Salvator Dalì e altri noti personaggi... Le pose nelle strade di Parigi con la sua inseparabile pipa e i suoi amici gatti... Sono alcuni degli scatti in bianco e nero della mostra «Georges Brassens il cantore degli ultimi».

Promossa dalla Regione Basilicata e dal Comune di Viggianello per la curatela del giornalista salernitano Mimmo Mastrangelo e dell'editore Valentina Porfidio, l'esposizione è stata presentata nel Centro Visita del Parco del piccolo centro lucano nell'ambito della due giorni dedicata al grande chansonnier francese per i novantacinque anni dalla nascita e i trentacinque della morte.

Un tracciato di trenta tavole che attraversa i momenti salienti della vita e della carriera del cantautore che chiamavano «il buon maestro» i cui testi sono stati tradotti in quaranta lingue ed ancora oggi vengono cantati e reinterpretati in ogni angolo del mondo. Brassens, come riporta il titolo della mostra, è stato «il cantore degli ultimi», ha messo in musica l'amore, l'amicizia, la pace, si è preso beffa dei poteri pre-costituiti e dei vizi della borghesia ma, soprattutto, ci fatto cogliere la bellezza e la dignità di cui è portatrice l'umanità ferita.





 
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