Storie di ragazzi migranti, in un libro le paure e le speranze di chi ha raggiunto l'Italia

Storie di ragazzi migranti, in un libro le paure e le speranze di chi ha raggiunto l'Italia
di Ebe Pierini
Domenica 2 Luglio 2017, 18:47
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Se chiedi loro in che lingua sognano alcuni ti rispondono che sognano in italiano, altri nella loro lingua d'origine. Amano le lasagne, la pizza, lo spezzatino con la polenta, la cotoletta impanata, la pasta all'arrabbiata e le trofie al pesto. Ascoltano la Pausini e tifano per Federica Pellegrini e Carolina Kostner. Leggono Federico Moccia, Dante Alighieri e Alessandro Baricco. C'è chi vuole fare il tour operator, chi sogna di diventare architetto, chi designer. Sono i 31 ragazzi, tra i 15 e i 19 anni, emigrati in Italia al seguito delle loro madri o delle loro famiglie protagonisti del libro “Ho viaggiato fin qui” (Edizioni Centro Studi Erickson) curato da Cristiana Ceci e Francesco Iarrera. Tra le pagine storie di giovani migranti che sono un pugno nello stomaco. Sono il frutto di grovigli famigliari, hanno dovuto accompagnare i genitori nel viaggio della speranza alla ricerca del lavoro per sfuggire alla povertà e alla miseria. Vengono da Romania, Ucraina, Filippine, Cina, Egitto, Perù. La maggior parte di loro ha vissuto l' infanzia in madre patria senza la madre biologica con i nonni a fare da genitori mentre questi ultimi sono venuti in Italia a cercare fortuna. La madre è stata per loro solo una voce che hanno sentito al telefono o un pacco carico di doni e cioccolato che giungeva a casa talvolta. Sono stati orfani senza esserlo, per anni. Fino a quando i genitori si sono ripresentati a casa, nei Paesi di origine, per portarli con loro in Italia. Un difficile ricongiungimento che ha portato i ragazzi a dover abbattere il muro di sfiducia nei confronti delle madri e dei padri dai quali si sono sentiti abbandonati da piccoli e a superare il dolore per il distacco con quelli che per anni sono stati la loro famiglia nel Paese natale. Trentuno teenager migrati che hanno iniziato una nuova vita in Italia si raccontano in questo libro. Confessano le lacrime versate durante i primi mesi trascorsi nel nostro Paese, il disagio di essere catapultati in un mondo sconosciuto, la nostalgia per il Paese di origine, la difficioltà di imparare la nostra lingue. Raccontano quello che li ha spaventati dalle strade ai palazzi, dalla gente alle macchine. All'inizio hanno trovato conforto nell'amicizia con coetanei emigrati dai loro stessi Paesi, poi si sono aperti alla conoscenza dei ragazzi italiani. Ma il ricordo delle città in cui sono nati è fortissimo tanto che molti tra essi, tra 10 anni, vedono il loro futuro là dove sono le loro radici. Anche se poi, dove ci sono i genitori, lì è possibile trovare una nuova patria.  
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