Sinisgalli e le muse parallele
la testimonianza in un volume

Sinisgalli e le muse parallele la testimonianza in un volume
di Ciro Manzolillo
Lunedì 14 Novembre 2016, 20:08
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È davvero questo il tempo per tornare alla lettura di Leonardo Sinisgalli e alle sue muse parallele. A scandagliare la sua poliedricità di uomo della parola, della tecnica e della comunicazione. Un momento appropriato per riuscire a capire come si è collocato nella produzione del sapere nazionale, in particolare nel quadro della poesia, dei tracciati lirici che lo hanno visto protagonista nel corso del Novecento. Di recente l'Istituto Italiano di Cultura a Parigi ha omaggiato Sinisgalli incidendo, tipo installazione, dei suoi versi sul muro del viale che porta al ministero degli Esteri della capitale francese, ma bene ha fatto la Fondazione che porta il suo nome a riproporre nel volume «Un geniaccio tutto fare tra poesia e scienza» (Osanna Edizioni pagg. 450, euro 25) tutti gli atti di una tre giorni di studi dedicata al poeta-ingegnere che si tenne dal 14 al 16 maggio del 1982 tra Matera e Montemurro.

Quel simposio - così lo definisce nella postfazione Biagio Russo, direttore della Fondazione Sinisgalli - fu un importante evento culturale che vide tra i relatori personalità di alto profilo culturale. Oggi quegli atti sono un ulteriore contributo saggistico e scientifico per meglio conoscere il cantore lucano che, come altri poeti del Meridione e della sua stessa generazione (Salvatore Quasimodo, il salernitano Alfonso Gatto, Libero De Libero), fu «errante per l'Italia». Quelle testimonianze orali ci permettono ora di elaborare meglio le «accensione di fuochi» della poetica sinisgalliana, primo fra tutti «il tema della terra natale affrontato nel suo rapporto con l'immagine del fanciullo che in quella terra trova il suo spazio vitale e in quella si confonde sino a venirne assorbito». 
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