Lorenzo Tosa al Capua il Luogo della lingua festival,

Disagio mentale e suicidio, temi tabù da scardinare con i giovani

Lorenzo Tosa
Lorenzo Tosa
di Mariamichela Formisano
Mercoledì 6 Marzo 2024, 11:01 - Ultimo agg. 11:47
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Con oltre 740mila follower e 1,2 milioni di persone raggiunte ogni mese, Lorenzo Tosa è tra i giornalisti più seguiti d'Italia. 

Eppure lui che da anni si occupa di comunicazione politica e social come consulente, copywriter e addetto stampa e che collabora in Italia con “The Post Internazionale” e in Francia con “Radici”, non ha nascosto preoccupazione quando ha presentato per la prima volta in una scuola il suo ultimo libro dal titolo “Vorrei chiederti di quel giorno. Vita e morte di un ragazzo che era mio padre” edito da Rizzoli. 

E lo ha fatto incontrando il pubblico e gli studenti del Liceo Classico Salvatore Pizzi di Capua, nell'ambito degli appuntamenti del Capua il luogo della lingua festival che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, celebra da quasi vent'anni i linguaggi della cultura nella città del Placito Capuano. 

«È stato un incontro per me molto prezioso - ha commentato - ed il primo che ho fatto in una scuola con questo libro.

E avevo anche un po' di timore, visto il tema molto delicato che è quello del suicidio. Un  tema che ho cercato di raccontare con le parole giuste, e che poi ho scoperto riguardare tantissimi di noi». 

E su quale parola abbia utilizzato per raccontare il dolore, Tosa ha risposto: «La parola è rumore, quello che si è opposto al silenzio dopo trentotto anni di elaborazione e due anni di scrittura di questo libro. Quel silenzio che ha circondato la figura di questo ragazzo di 33 anni, che era mio padre, e che io non conoscevo in nessun modo se non attraverso qualche Polaroid ingiallita degli anni '80. Lui era uno sguardo che mi seguiva dagli angoli più imprevisti delle case in cui ho vissuto ma a cui, fino ai miei trentotto  anni, non ho avuto la forza di dare un volto, una voce per  riempire quel silenzio che per così tanto tempo l’aveva circondato». 

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Un dialogo  tra gli studenti  e il giornalista che, promosso dal preside Enrico Carafa e moderato dalla docente Daniela De Rosa, ha arricchito di risposte e di domande un tema delicato e ancora considerato un tabù, ossia quello del disagio mentale.

E su quale sia stata la riflessione che maggiormente lo ha colpito, Tosa risponde: «Mi ha colpito vedere qualcuno che ad un certo punto alzava il volume della voce perché quel rumore di cui parlavo prima forse gli ha dato quella scintilla di speranza che si possa rompere finalmente quel muro, quel tabù,  e infine raccontare ad alta voce quelle che sono le storie di tutti noi. Non dobbiamo averne paura ma dobbiamo accogliere queste storie e dare loro voce per diventare persone migliori». 

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