Napoli, Pinguini antibulli: gli Espositi, il cartoon social

La famiglia di Pinguin e Aitano vive al Polo Sud e lancia messaggi

Ecco i Pinguini antibulli
Ecco i Pinguini antibulli
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Mercoledì 7 Febbraio 2024, 02:40 - Ultimo agg. 16:29
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Prendere esempio dai pinguini per coltivare il senso della famiglia e della solidarietà del gruppo, sia nei momenti di serenità ma soprattutto nelle difficoltà. Addirittura per aiutare i bambini ad uscire da condizioni di bullismo. Ne ha di inventiva il 28enne Giuseppe Zambon, napoletanissimo (a dispetto del cognome) originario del Rione Sanità, che già ebbe un boom durante la pandemia con la creazione dei personaggi di Pingu in salsa partenopea, una famiglia napoletana verace e un po’ pasticciona che vive tra i ghiacci del Polo Sud e lì affronta tutte le situazioni di una “ordinarietà” napoletana.

Un irresistibile e sofisticato doppiaggio in dialetto napoletano di quelli che erano gli originari cartoni animati della serie Pingu, il personaggio creato da Otmar Gutmann che provvide a plasmarlo con la tecnica del claymation (l’animazione di personaggi con plastilina). 

Erano i personaggi “ripensati” al computer da Zambon, che dava loro voce, azione, battute e paradossi costruendo un apposito testo in dialetto napoletano sulle animazioni. Oggi gli stessi si sono “trasformati” ne “Gli Espositi” (al plurale di Esposito, sì: perché ciascuno dei componenti il nucleo - Gennarino e la moglie Assuntina, con i piccoli Pinguin e Aitano - conserva la propria identità). Ad aiutarlo nel progetto Giancarlo Avallone, gli animatori Francesco Tarallo, Simonpietro Vaccarella e Claudia Teresa Capriotti, mentre sigla e voce narrante sono di Francesca Fiore. «I pinguini - spiega Zambon - continuano ad essere i personaggi animati che preferisco perché, nella realtà, sono di dolcezza e versatilità straordinaria che consente di adattarsi: si regalano sassolini quando si innamorano e, pur essendo degli uccelli, usano le ali come pinne, per nuotare». 

Ma perché, nel giro di tre anni, dopo 11 milioni di visualizzazioni su Facebook, Instagram e YouTube, è arrivata la trasformazione del cartone animato? «Volevamo personaggi nuovi e “nostri” che si adattassero in pieno alle motivazioni del progetto e che aderissero, con le loro azioni, ai nostri testi. Con “Gli Espositi” vogliamo che i bambini, non solo napoletani (eccesso di cautela la sottotitolazione in italiano, ndr) possano sorridere. Ed insieme, coltivando il senso della famiglia, parlare e magari combattere ostacoli nei percorsi di crescita, come emarginazione e bullismo. Gli Espositi parlano il linguaggio napoletano di tutti i giorni, con i paradossi e le irresistibili particolarità, ma anche con la generosità e la solidarietà tipici del popolo partenopeo. Ecco, allora, che seguendo la straordinaria veicolazione sui social, Gli Espositi - nati da appena un mese e mezzo - raccontano la propria vita su Tik-Tok (Gliespositi, 5.107 followers), Instagram (Gli_Espositi, 2mila followers) e YouTube (Gliespositi, oltre 57mila, operativo dal 14 febbraio).

Come passano le giornate? In questa prima serie il papà Gennarino sbarca come al solito il lunario, mamma Assuntina è casalinga, Pinguin va a scuola mentre Aitano, piccolino, è ancora a casa. Intanto i giovani pinguini hanno aperto canali social e dialogano direttamente con i followers.

«Cerchiamo sempre di diffondere messaggi positivi: dall’esigenza di crescere nell’educazione alle abitudini comportamentali e finanche alimentari», spiega Zambon, assai soddisfatto dei riscontri di un mese e mezzo di “vita” degli Espositi: oltre 1 milione di visualizzazioni ed una serie di prospettive didattiche, dalle scuole all’associazionismo. Gli Espositi, in attesa (pare) di emigrare al nord ...dal Polo Sud, in fondo hanno appena cominciato.