Don Camillo a fumetti,
l'omaggio di Renoir a Guareschi

Don Camillo a fumetti, l'omaggio di Renoir a Guareschi
di Erminia Pellecchia
Lunedì 7 Maggio 2018, 12:33
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Non vi aspettate di trovare i volti di Gino Cervi e Fernandel, ma non resterete certo delusi. Perché i protagonisti della serie Don Camillo a fumetti (ReNoir Comics) si allontano – ed è questa la cosa che più affascina – completamente dalle versioni cinematografiche che l'autore non amava e che pure vantano repliche in tv che la Disney neanche se le sogna. Così, osservando bene i tratti di Peppone non può non colpirci la somiglianza con Giovannino Guareschi «indurito da una spruzzatina di Stalin», quasi a voler riparare il torto del rifiuto del regista Julien Duvivier nell'affidargli la parte nella pellicola cult del 1952, liberamente ispirato ai suoi eroi della Bassa Emiliana: il sindaco comunista che sogna di fare della sua terra il paradiso dei proletari ed il pretone, antagonista amico-nemico, che mena le mani per difendere il suo gregge e dialoga con il Crocefisso, voce della coscienza. Né troverete l'ormai turistica Brescello, scelta come location per i film. Gli autori delle storie a nuvole e strisce – spiega l'art director della casa editrice milanese Giovanni Ferrario - «hanno fatto un melange dei paesaggi, borghi, edifici dell'area tra Parma e Piacenza, gli stessi che aveva in mente Guareschi mentre scriveva i suoi racconti». La collana, nata nel 2010 con la consulenza di Mario Palmaro, esperto dell'universo multiforme dello scrittore, giornalista e umorista di Fontanelle di Roccabianca, pur utilizzando forme e linguaggi della nona arte, si basa su documenti e appunti attinti dall'archivio Guareschi con la supervisione dei figli di Giovannino. «Nostro padre – scrivono Alberto e Carlotta Guareschi, citando Alessandro Baricco, racconta di parroci, di comunisti, di fattori, di agrari, di trattori e di mitra. Tutta roba vera che nel momento stesso in cui lui iniziava a raccontarla diventava mito. E i bravissimi sceneggiatori ed illustratori del team di ReNoir hanno saputo affiancarsi a nostro padre raccontando mirabilmente questo mito”. Perché Guareschi, che tra l'altro amava la grafica ed era anche un bravo vignettista, le storie – sottolinea Alessandro Gnocchi – le ha disegnate prima ancora di scriverle». E l'adattamento a balloon dall'efficace tratteggio in bianco e nero rende magnificamente le infinite sfumature del suo ricco immaginario

Più di cento racconti ad oggi – un terzo dei 347 apparsi su “Candido” dal '46 al '66 - pubblicati anche in Francia, Germania e Corea del Sud dove Guareschi era molto apprezzato. Ecco la squadra da subito vincente: lo sceneggiatore nonché curatore della collana Davide Barzi, premio Mondo Piccolo 2017, e i disegnatori Sergio Gerasi, Elena Pianta, Ennio Bufi e Wener Maresta con incursioni di guest star come Claudio Villa e Giampiero Casertano. A loro va il merito di aver sputo riportarci indietro nel tempo, a quell'angolo d'Italia di settant'anni fa che fa da scenario alla saga di “Mondo piccolo”, un mondo a cui guardare ancora per la sua umanità, per i valori di giustizia, verità, dignità che dovremmo, nel caos della società odierna, assolutamente ritrovare e recuperare, pronti a far cazzotti per difenderli come Peppone e don Camillo insegnano. La strada è anche quella di un fumetto, pensato per rendere tutta l'opera di Guareschi – Milo Milani, nell'introduzione al numero 14 la definisce «la testimonianza di un intenso momento di speranza per un nuovo mondo possibile» - fruibile, senza banalizzarla, a un vasto pubblico. Ed ecco l'ultimo omaggio, tributato da poco con l'uscita del quindicesimo volume dal titolo “Alla fiera di Milano” (i disegni sono di Tommaso Arzeno, Francesco Bisaro e Adriano Fruch, la cover è di Ennio Bufi, la firma in copertina e il disegno di pagina 1 sono opera di Giovannino Guareschi). in occasione delle celebrazioni, il primo maggio, della nascita di Giovannino centodieci anni fa e dei cinquant'anni di quest'intellettuale tosto e sanguigno, irriverente e libero, che la sapeva dire a tutti con lo stiletto dell'ironia. Pronto a chiedere scusa e a rimettersi in discussione.
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