Candurro, da «Un posto al sole» a un libro: adolescenza inquieta tra soap e «Bastardi»

Candurro, da «Un posto al sole» a un libro: adolescenza inquieta tra soap e «Bastardi»
di Stefano Prestisimone
Martedì 8 Maggio 2018, 10:55
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Dall'esordio del 2004 in «Certi bambini», film in cui interpretava la maliziosa Caterina (e che le valse il Premio Domenico Rea come attrice emergente), ad un altro battesimo, stavolta letterario, con il suo primo romanzo appena uscito e scritto in coppia con Massimo Cacciapuoti, Vorrei che fosse già domani (Garzanti). Miriam Candurro, 36 anni, originaria dell'Arenaccia, per molti è Serena, personaggio nel cast fisso di «Un posto al sole», ma la sua passione è la scrittura, che coltiva da quando era bambina.

Finalmente il suo primo libro, Miriam.
«È un'idea che mi ha accompagnato da sempre, da quando ero ragazzina. Ho ancora conservato un racconto di 15 pagine scritto a 12 anni su macchina da scrivere. È il sogno di una vita, molto più potente e profondo rispetto al desiderio di fare l'attrice, che non era neppure il piano B. E avrei voluto fosse il mio lavoro vero, quello della scrittrice. Le cose sono andate diversamente e non mi lamento certo, ma ora devo ammettere che vivo un'emozione speciale».
 
Come nasce «Vorrei che fosse già domani»?
«Sia a me che a Cacciapuoti, autore di un libro come Pater familias, piaceva l'idea di parlare degli adolescenti, di quel periodo in cui sentono fuori posto. La molla definitiva è stato il mio diario, ritrovato e riletto oltre vent'anni dopo, davvero tenero e ingenuo. Mi sono sempre sentita una ragazzina un po' diversa, troppo alta rispetto alle mie compagne, ai miei occhi anche sgraziata e bruttina. E allora ecco l'idea di parlare di questi due ragazzi, Paolo e Cristina, uno menomato da un incidente stradale, l'altra con nella mente un ricordo traumatico vissuto da bambina. Quando incrociano gli sguardi, per loro è un po' come guardarsi allo specchio».

Libro con target giovanilistico pensando a «Tre metri sopra il cielo»?
«No, non è un libro solo per ragazzi, gli adulti troveranno in molte pagine delle cose che li riguardano, ricordi conservati in cassetti della memoria. Le incomprensioni di Paolo e Cristina, le loro difficoltà nel vivere quella fase dell'adolescenza penso siano comuni alla maggior parte delle persone. E rileggerle credo possa far scattare tanta tenerezza. È un libro sulla bellezza della diversità e stiamo già sperando di poterlo trasformare in un soggetto cinematografico».

«Un posto al sole» tocca il traguardo delle cinquemila puntate.
«È un dato impressionante, siamo a 22 anni di longevità e sempre circondati da un affetto pazzesco. È un modo di raccontare Napoli realistico, sempre al passo con i tempi. Provando anche a lanciare messaggi sociali importanti. La puntata 5.000, che durerà quasi un'ora e comincerà alle 20,35, ci vedrà tutti protagonisti anche se al centro ci sarà Raffaele, il personaggio interpretato da Patrizio Rispo, che dopo un incidente domestico vivrà un'esperienza quasi mistica rivedendo personaggi che non ci sono più, compresa la defunta moglie Rita, interpretata da Adele Pandolfi».

Intanto sta lavorando alla seconda serie dei «Bastardi di Pizzofalcone».
«Stiamo finendo le riprese e la messa in onda dovrebbe essere tra ottobre e novembre. Il mio personaggio di Giorgia e la sua storia tormentata con il marito violento, l'agente Francesco Romano interpretato da Gennaro Silvestro, ha un'evoluzione. Lui prova a riavvicinarsi a lei, ma Giorgia è spaventata e non riesce più a fidarsi. La violenza domestica è un territorio scottante e terribile. E ho ricevuto telefonate e messaggi di donne che mi hanno svelato di averla subita». 
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