Una scuola di restauro
alla Reggia di Caserta

Una scuola di restauro alla Reggia di Caserta
Una scuola di restauro alla Reggia di Caserta
di Ugo Cundari
Venerdì 21 Luglio 2017, 15:01
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Caserta. La rete di eccellenze campane annovera da oggi anche l’alleanza tra Accademia di belle Arti di Napoli e Reggia di Caserta. Partirà infatti questo autunno un laboratorio di alta specializzazione per poche decine di studenti, i più meritevoli, che si terrà presso la «Casa del Giardiniere», la villa settecentesca restaurata una quindicina di anni fa che si trova nel giardino inglese del parco della Reggia, concessa gratuitamente per dieci anni. Le opere che saranno restaurate, in collaborazione con l’associazione dei restauratori napoletani, appartengono alla stessa reggia, e saranno sia opere di arte contemporanea in materiali polimaterici, a partire da quelle della collezione «Terrae motus», che opere di arte moderna, in legno o ceramica.


 
«Io ho sempre creduto nell’idea di un museo fabbrica ed è proprio in tale ottica che l’azione dell’Accademia ci ricambia, ovvero dando l’opportunità a un luogo, per troppo tempo lasciato vuoto e usato anche oggi non per quanto meriterebbe, di tornare ad essere monumento vivo, grazie alle attività laboratoriali che saranno portate avanti dagli studenti» sottolinea il direttore della Reggia, Mauro Felicori. D’altra parte quest’ultimo spera che con questo accordo i ragazzi potranno apprezzare anche le opportunità di lavorare in quello che è un palazzo reale, ma provando sensazioni molto suggestive, grazie alla commistione tra la polvere prodotta durante il loro lavoro e l’ambientazione molto particolare. E così la manualità di giovani artisti si metterà alla prova sulla stessa Reggia, «e questo è uno degli aspetti più interessanti, portare la vita giovane in un sito che ha bisogno di essere svecchiato». 
Sulla stessa lunghezza d’onda di Felicori si trova anche il direttore dell’Accademia, Giuseppe Gaeta, il quale ribadisce che «gli enti campani, tutti, devono far arrivare le loro strategie e le loro alleanze in più luoghi diversi della regione. L’obiettivo è costruire alte professionalità, capaci di generare innovazioni di prodotto e di processo, agendo da volano per lo sviluppo economico e sociale del più ampio territorio». E così che sia l’asse Caserta-Napoli, o magari Avellino-Benevento, l’importante è che le eccellenze si dislochino, portando le loro conoscenze anche lontano dai loro centri di interessi. Insomma il primo seme in questa direzione è stato lanciato, e adesso bisogna aspettare gli aspetti futuri.

La strategia a più lungo termine di questo accordo prevede, in futuro, la realizzazione di un importante polo formativo nel settore del restauro di manufatti artistici sottoposti a vincolo di tutela, un polo formativo in grado di guardare ai territori di riferimento di Caserta e Benevento, ma con importanti prospettive di internazionalizzazione nel trasferimento delle conoscenze delle tecniche di conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Sviluppo, differenziazione e ampliamento sono le tre parole d’ordine di questo progetto, e poi c’è la visione speciale di Napoli, sottolineata, curiosamente, da Felicori: «Io sono per la grande Napoli dei progetti, una madre-Napoli che sappia far arrivare le sue competenze in una porzione di territorio molto più estesa di quanto indichi la cartina geografica. Ricordo sempre, ai casertani e agli stessi napoletani, che alla reggia viveva il re di Napoli, non di Caserta».
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