Tentò rapina a tre donne ma il colpo fallì: arrestato

Prese per i capelli e schiaffeggiò tre ragazze per rapinarle di soldi e cellulare

Tentò rapina a tre donne ma il colpo fallì: arrestato
Tentò rapina a tre donne ma il colpo fallì: arrestato
Giovedì 5 Ottobre 2023, 08:14
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Prese per i capelli e schiaffeggiò tre ragazze per rapinarle di soldi e cellulare, ma nonostante la paura, le tre resistettero al tentativo di rapina e, da ieri, il responsabile dell'aggressione è in carcere.
Lo hanno arrestato i carabinieri della stazione di Sant'Arpino e dovrà rispondere di tentata rapina Giovanni D'Emilio, trentaduenne residente a Cesa che la sera del 25 agosto scorso si appostò lungo la strada provinciale Frattamaggiore-Sant'Arpino e «scelse» le sue vittime, tre ragazze che viaggiavano in auto, convinto che alla prima minaccia avrebbero ceduto. Ma non fece i conti con una di loro che, nonostante l'aggressore alzasse la voce e le mani, riuscì a salvare se stessa e le sue amiche e si diede alla fuga.

Scappò, quindi, anche il trentaduenne ma il caso volle che incrociasse una gazzella dei carabinieri. Correva molto, tanto da destare i sospetti dei militari di pattuglia che si lanciarono all'inseguimento per bloccarlo pochi chilometri dopo.

Quel giorno D'Emilio fu quindi fermato per resistenza a pubblico ufficiale e poco dopo fu anche accusato di ricettazione in quanto l'auto sulla quale viaggiava risultò essere stata rubata a Sant'Arpino quello stesso giorno.

Come se tutto ciò non bastasse, D'Emilio era al volante senza patente. In quella circostanza, finì agli arresti domiciliari. Dopo la denuncia delle ragazze, a ogni modo, sono poi partite le indagini che hanno permesso di ricostruire le fasi della rapina. Dagli accertamenti sono emersi gravi indizi a carico del trentaduenne ritenuto quindi responsabile del raid.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, gli attribuisce le minacce di morte, le percosse e il tentativo di rapina ai danni delle tre ragazze che, solo grazie al loro coraggio, riuscirono a sottrarsi alle violenze e a fuggire senza cedere le borse.

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Agli atti, il racconto di quei minuti di terrore durante i quali ha più volte urlato: «Datemi la borsa altrimenti vi uccido». La complessa, rapida e minuziosa attività d'indagine, condotta dai militari dell'Arma - diretti dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord - oltre alla collaborazione delle vittime, ha permesso di dare una risposta «decisa ai cittadini ed, in particolare, ai giovani dell'Agro-aversano» si legge nella nota diramata ieri dalla Procura.
 

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